venerdì 17 aprile 2009

"Credevo di avere un'allucinazione. Nel polmone di Artyom c'era un alberello di 5 centimetri"

Medici russi operano un paziente convinti di estirpagli un tumore al polmone, e invece trovano all’interno dell’organo respiratorio un abete di 5 centimetri. È ciò che è avvenuto a Izhevsk, un piccolo centro degli Urali. Artyom Sidorkin, un ventottenne russo, accusava da tempo forti dolori al petto, accompagnati da colpi di tosse ed emottisi. Sottoposto a normali lastre i medici individuano nei polmoni del giovane una massa indefinita che scambiano per un tumore. “Noi eravamo sicuri al 100% che il nostro paziente fosse stato colpito da una neoplasia polmonare – spiega Vladimir Kamashev, oncologo russo -. Per questo abbiamo deciso di intervenire chirurgicamente”. Poi, però, la sorpresa: “Credevo di avere un’allucinazione – continua Kamashev -. Ho sbattuto le palpebre tre volte per essere certo di quel che stavo vedendo: nel polmone di Artyom c’era un alberello di cinque centimetri”. Secondo i medici che hanno attuato l’intervento il ventottenne potrebbe aver inavvertitamente inalato un seme che poi è incredibilmente germogliato nel suo polmone, causandogli dolore ogni volta che respirava. Probabilmente - ipotizzano sempre i chirurghi - a farlo stare così male erano gli aghi del vegetale che finivano per bucare i capillari polmonari. Il giovane protagonista dell’insolita avventura - che oggi sta bene, anche se gli è stato asportato una parte di polmone - dice di aver provato dolore, ma di non aver percepito la sensazione di avere un corpo estraneo nel suo organismo. “In ogni caso mi sento molto sollevato ora che so di non avere alcun tumore – rivela. La notizia - divulgata dal tabloid russo Komsomolskaya Gazeta e ripresa ieri dai principali giornali inglesi - lascia attoniti gli scienziati italiani, benché, qualcosa di vagamente simile, è accaduto anche in Italia qualche tempo fa: “Ho visto un pisello inalato accidentalmente e rimasto nell’albero bronchiale per alcuni giorni causando una polmonite – racconta Severino Bruna, primario di pneumologia e tisiologia presso l’Ospedale San Luigi di Torino - Estratto endoscopicamente erano evidenti i segni di germinazione”. Ma come è possibile un fatto del genere? “Pur non avendo mai sentito niente di simile, la cosa è ‘tecnicamente’ accettabile - continua Bruna -. Un seme inalato e incastrato in un piccolo bronco se si viene a trovare in un ambiente caldo, umido, ventilato, con sostanze nutritive, potrebbe anche germogliare”. Anche Carlo Andreis, botanico dell’Università di Milano, non esclude la germinazione del seme, tuttavia ha dei seri dubbi sull’accrescimento del vegetale: “Inalare un seme di abete non è semplice, poiché ha un’espansione alare di quasi mezzo centimetro – spiega il botanico -. In ogni caso non si comprende come la pianta possa aver compiuto fotosintesi, provata dal colore verde delle foglie, in un luogo buio come il polmone”. Secondo Andreis c’è quindi una sola spiegazione a questo fenomeno: “Il rametto è stato inalato così com’è e non sottoforma di plantula – chiude lo studioso - e poi ha proseguito la sua corsa fino ai bronchi laddove è stato individuato dai chirurghi russi”.

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