giovedì 4 giugno 2009

Il campo magnetico terrestre sull'orlo del collasso

Il campo magnetico terrestre potrebbe collassare da un momento all’altro. Secondo gli esperti di Harvard negli ultimi 150 anni si è infatti indebolito del 10%, e tutto lascia pensare a un’imminente inversione della sua polarità. L’inversione del campo magnetico terrestre è un fatto raro in natura, identificato per la prima volta durante gli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento, grazie allo studio delle rocce magmatiche. Queste infatti sono in grado di ‘registrare’ le condizioni magnetiche della Terra nel corso dei secoli. Basta immaginare di percorrere il fondo dell’oceano Atlantico dall’Europa alle Americhe, attraversando la dorsale medio atlantica, per rendersi conto del continuo avvicendarsi di strati rocciosi che indicano prima il nord a nord, e poi a sud. Secondo i ricercatori è dal 1845 che il campo magnetico terrestre si sta indebolimento. Mentre è da 780mila anni che non subisce inversioni. Se si considera poi che il ribaltamento dei poli avviene mediamente ogni 250mila anni, non è difficile supporre che la nuova rivoluzione magnetica potrebbe non essere lontana. In particolare ad Harvard sono convinti che ciò potrà verificarsi tra 1.500–2.000 anni. Jeremy Bloxham, tra i partecipanti allo studio, dice che il cambiamento della direzione dell’ago della bussola potrebbe addirittura avvenire in questo secolo. Il ricercatore, però, ha sottolineato che tante volte i campi magnetici subiscono delle semplici oscillazioni di assestamento, niente a che vedere con il ribaltamento dei poli. Tra i tanti fenomeni che hanno evidenziato l’indebolimento del campo magnetico c’è quello relativo alla maggiore vulnerabilità di alcuni satelliti artificiali, situati in zone particolarmente sensibili al magnetismo terrestre, come a ridosso della cosiddetta “anomalia del Pacifico del sud”. I primi ad accorgersi di questo cambiamento sarebbero gli uccelli che, letteralmente, perderebbero completamente la bussola e non saprebbero più dove andare. Poi si avrebbero ripercussioni sui satelliti e su molti altri strumenti utilizzati dall’uomo per orientarsi: i due poli magnetici si sostituirebbero l’uno all’altro, e la bussola anziché indicare il nord indicherebbe il sud.

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