domenica 28 giugno 2009

L'ANIMA DELLE AUTO

Anche le macchine hanno un’anima. Questa la conclusione di uno studio condotto da Sonja Windhager dell’Università di Vienna e Dennis Slice dell’Università della Florida. I due ricercatori hanno chiesto a 40 persone (20 uomini e 20 donne) di commentare le caratteristiche di 38 modelli di auto, considerando numerosi aspetti fra cui le linee della carrozzeria, la forma dei fari e della mascherina anteriore, il rumore del motore. Alla fine è stato possibile stilare una speciale classifica che mette in evidenza le macchine più simpatiche e socievoli, e quelle più aggressive e potenti. L’automobile in assoluto più potente (e quindi aggressiva) è la Mercedes E. A seguire ci sono la Maybach e la Nissan Micra. Le meno potenti sono la Citroen C4 e la Suzuki Swift. Per ciò che riguarda invece le automobili con la personalità più simpatica e/o socievole, ai primi tre posti ci sono la Bmw 5, l’Alfa 147 e la Chrysler Crossfire; agli ultimi posti la Opel Vectra, la Toyota Yaris, e la Suzuki Swift (che quindi risulta la meno interessante fra i 38 modelli esaminati, essendo la meno potente e contemporaneamente la meno simpatica). Ma in che modo l’uomo riesce a stabilire il carattere di una macchina, ammasso di plastica, metallo e acciaio? Lo fa attraverso un aspetto della psicologia umana chiamato pareidolia. È un fenomeno evolutivo tale per cui l’uomo tende a dare “un volto” (e quindi un’anima, una personalità) a ogni cosa che lo circonda. È lo stesso principio per il quale siamo soliti dare forme di facce o animali alle nuvole, o a particolari linee dei muri. Rientrano, quindi, nei casi di pareidolia anche quelle situazioni in cui qualcuno dice di vedere scolpito su un mobile o su un muro l’immagine di Cristo o di Padre Pio, così come quelle che, relativamente alle foto provenienti da Marte, ci portano a scambiare semplici rocce per persone che camminano o teschi. La pareidolia è dunque insita nell’uomo e gli consente di individuare situazioni di pericolo anche in presenza di pochi indizi: serviva soprattutto ai nostri antenati per riuscire a scorgere un predatore mimetizzato. Gli studiosi intendono ora approfondire meglio l’argomento per capire cosa succede nel cervello, da un punto di vista fisiologico, quando attribuiamo un carattere a un’automobile. «I questionari svolti finora ci offrono solo un dato parziale di questo particolare aspetto della psicologia umana» dice Windhager. «Ora vogliamo osservare il cervello umano in azione tramite strumenti hitech, per capire cosa succede a livello subcosciente». Scopo degli studiosi sarà anche quello di effettuare questo tipo di esperimenti in altri Paesi così da verificare in che modo diverse società attribuiscono a oggetti inanimati un carattere, una personalità, un’anima. È la prima volta che gli scienziati svolgono un lavoro di questo tipo. Precedentemente ci si era limitati ad osservare che - quasi sempre - a un certo tipo di macchina corrisponde un determinato tipo di persona. Per esempio si è visto che le automobili con le linee più sinuose come il Maggiolone sono tipiche di individui sognatori ed estroversi, mentre quelle con le linee più austere come alcuni modelli Station Vagon rappresentano persone seriose e autoritarie.

(Pubblicato su Libero il 28 giugno 09)

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