venerdì 16 ottobre 2009

Perchè è importante lavarsi le mani dopo essere andati in bagno

Solo un terzo degli uomini si lava le mani dopo aver fatto pipì. Molto più alta invece la percentuale delle donne, circa il 70%. Sono i risultati di uno studio condotto da esperti della London School of Hygiene & Tropical Medicine, tramite una serie di strumenti elettronici posti nei bagni pubblici. Altre percentuali, invece, parlano di circa 3,2 milioni di batteri per 2,5 centimetri quadrati presenti sull'asse del wc e 6.267 batteri per 2,5 centimetri quadrati che bivaccano felicemente sulla maniglia del gabinetto. Ma il dato più significativo è senz'altro quello riguardante il fatto che sulle mani del 28% delle persone è riscontrabile la presenza di batteri fecali. Secondo gli esperti non sono numeri da sottovalutare, perché questi germi possono veicolare molte malattie, da banali influenze a patologie più serie come la toxoplasmosi, e l'epatite A. Gli scienziati hanno visto che è, in ogni caso, possibile influenzare il comportamento di chi si reca alla toilette con semplici messaggi posti sui prodotti igienici del tipo "il sapone uccide i microbi". Fanno poi sapere che non tutti i detergenti sono validi allo stesso modo. I migliori sono quelli privi di sostanze alcaline con ph 5,5; bocciate invece le tradizionali saponette, spesso terreno di coltura ideale per i germi. Quando si esce dal bagno il consiglio degli igienisti è dunque quello di strofinare le mani per 30 secondi (mentre la maggior parte di noi le strofina dai 7 ai 10 se­condi), con acqua tiepida, tenendole rivolte verso il basso per evitare che i germi raggiungano i polsi. L'importanza di lavarsi periodicamente le mani è, del resto, provata anche da numerosi altri studi. Per esempio si è visto che, educando i bimbi degli asili a compiere questa azione igienica, si riduce l'incidenza delle malattie respiratorie del 14% in Canada, del 12% in Australia e del 32% in America. In generale è emerso che indurre i più piccoli a lavarsi le mani almeno 5 volte al giorno riduce le visite pediatriche per infezioni polmonari e delle alte vie respiratorie del 45%. In Paesi sottosviluppati come il Pakistan porta, invece, a un decremento del 50% dell'incidenza della polmonite e della gastroenterite. L'Unicef rende, infine, noto che sono 1,5 milioni i bambini sotto i cinque anni che vengono uccisi dalla diarrea. Eppure basterebbe insegnare loro a lavarsi le mani dopo aver usato i servizi igienici e prima di toccare gli alimenti per ridurre del 40% la percentuale di persone colpite da questa malattia. In ultima analisi è giusto sottolineare l'importanza di lavarsi le mani - specialmente in momenti critici come questi in cui imperversa il problema della febbre suina - tuttavia non bisogna farne un'ossessione. Ci sono individui che, anche senza reali necessità, compiono ripetutamente quest'azione; non per una questione igienica, ma per scaricare l'ansia. In questi casi si parla di disturbo ossessivo-compulsivo e il medico di riferimento è lo psichiatra.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mio marito non si lava le mani dopo essersi fatto il bidet, io sono sconvolta, ma lui dice che le mani se le lava nel bidet e che io sono una fissata.... Aiuto!!

Anonimo ha detto...

Forse dovresti prendere in considerazione il divorzio...
Retty

Anonimo ha detto...

Gli uomini in generale non sanno nemmno a cosa serva il bidet.

Anonimo ha detto...

io sono uomo e confermo il tutto... io cazzio sempre i miei colleghi o amici che non si lavano le mani ma loro neanche per idea.... cmq quando sono ai servizi dei centri commerciali i bagni delle donne sono i più conciati e per di più il vizietto lo anno anche loro... siamo un popolo di schifosi