lunedì 9 novembre 2009

Aids: nuove speranze dalle piante di tabacco

Per il momento ne hanno beneficiato solo alcune scimmie, ma presto potrà giovare anche all'uomo. Il riferimento è all’azione antivirale espressa da piante di tabacco (Nicotiana tabacum, nella foto) geneticamente modificate, nei confronti del virus Hiv. Studiosi inglesi del Kent hanno inoculato nella nota solanacea un batterio in grado di stimolare la pianta a produrre una proteina particolare, a sua volta capace di bloccare la diffusione nell’organismo del virus dell'Aids. Una scoperta sorprendente che potrebbe gettare le basi per lo sviluppo di una nuova rivoluzionaria terapia per sconfiggere la malattia. La proteina esaminata dagli studiosi è stata battezzata cyanovirin N. I test sono stati condotti per ora solo sulle scimmie. 18 primati ammalati di Aids sono stati sottoposti all’azione di un farmaco derivante dalle piante di tabacco ogm. Sorprendenti i risultati. In 15 scimmie il virus dell’Hiv ha terminato la sua corsa. Il futuro? Promettente, dicono gli anglosassoni. Per l’uomo stiamo già pensando a creme microbicide da applicare nelle zone genitali e permettere quindi di arginare la malattia sul nascere. Gli esperimenti vanno avanti celermente. Nei laboratori del Kent gli studiosi vogliono capire se è possibile produrre su larga scala la sostanza ricavata dalle piante del tabacco. A capo della ricerca c’è Julian Ma, studioso del Centre for Infection del St George’s Hospital di Londra il quale ritiene di poter giungere a un traguardo soddisfacente entro pochi anni. “La produzione su larga scala della proteina cyanovirin avrebbe un’eccezionale ripercussione sui malati – ha detto lo scienziato – abbiamo calcolato che 5 chili di cyanovirin potrebbero soddisfare 10milioni di persone”. Nel mondo ci sono circa 39,4 milioni di persone affette da Hiv. Di queste 610 mila vivono nell’Europa centrale e meridionale. 1 milione nel Nord America. 1,4 milioni nell’Europa dell’Est e nell’Asia centrale. 7,1 milioni nel Sud-est asiatico. L’area più drammaticamente colpita rimane l’Africa sub-sahariana con 25,4 milioni di malati.

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