giovedì 19 novembre 2009

Dimmi come interpreti il tempo e ti dirò chi sei

Da un punto di vista scientifico si parla di tempo quasi sempre in termini relativistici, concernenti cioè la relatività einsteiniana e il fatto che, con il concetto di spazio-tempo, siamo oggi in grado di spiegare (entro certi limiti almeno) molti misteri dell'universo. In realtà con il tempo possiamo anche capire qualche cosa in più della natura umana, indipendentemente, quindi, dalle leggi che governano il cosmo (il ritmo circadiano, una semplice giornata di 24 ore): in questi casi si parla di 'tempo psicologico'. Uno degli autori più famosi, specializzati nella corretta interpretazione del 'tempo psicologico', è Philip Zimbardo, docente alla Stanford University (Usa) e autore del libro 'Il paradosso del tempo' (Mondadori). Il tempo psicologico non ha nulla a che vedere con il tempo einsteniano - spiega il ricercatore statunitense - e dunque dipende unicamente da noi, dal nostro cervello, dal nostro Dna, dal modo in cui ci rapportiamo a fatti ed eventi. Sulla base di ciò esistono almeno sei tipi di personalità peculiari, strettamente dipendenti dall'interpretazione che siamo soliti dare al trascorrere dei giorni, dei mesi e soprattutto degli anni. Per quanto riguarda il passato ci sono due tipi di orientamento: passato-positivo, e passato-negativo. Il primo tipo di orientamento è tipico di individui che amano il passato senza rancore, senza angoscia. Sono persone che danno grande peso ai riti famigliari, alle tradizioni. Questo tipo di approccio psicologico al tempo rende socievoli, accresce l'autostima e la soddisfazione di sé. È il contrario di ciò che accade con l'orientamento passato-negativo. Qui il riferimento, infatti, è a soggetti che hanno un rapporto 'cattivo' con gli anni trascorsi. Rimuginano continuamente su esperienze patite, torti subiti, ingiustizie, fino a sviluppare un carattere ripiegato su se stesso, in certi casi rasentando stadi clinicamente vicini alla depressione. Questo tipo di orientamento si instaura, per esempio, nei reduci di guerra. Il presente viene invece classificato in base all'orientamento edonistico e a quello fatalistico. Nel primo gruppo sono annoverati per esempio i bambini. Ma può anche concernere adulti mai cresciuti, come le persone colpite dalla sindrome di Peter Pan. Il riferimento - in ogni caso - è a individui che amano la gratificazione immediata, che vivono l'attimo, come un bimbo alle prese con una bancarella del mercato, che diviene istantaneamente la persona più felice della Terra, nel momento in cui la mamma gli compra il giocattolo desiderato. Fra gli adulti questo atteggiamento porta a caratteri esuberanti, creativi, curiosi; ma ci possono anche essere casi di persone che sviluppano un atteggiamento troppo poco coscienzioso e amante del rischio (come i giocatori d'azzardo). L'orientamento fatalistico è invece appannaggio di soggetti convinti che ogni azione sia fine a se stessa e non porti a nessun risultato, nonostante gli sforzi, gli aiuti, e particolari condizioni fortuite. Il mondo - e il tempo - per queste persone è, dunque, regolato dal caso. La conseguenza? Lo sviluppo di personalità aggressive, ansiose, nevrotiche. Infine c'è il futuro: con obiettivi e trascendentale. L'orientamento trascendentale si rifà a personalità molto religiose (preti e suore in là con gli anni, ma anche persone comuni). Per esse è essenziale credere in una vita ultraterrena che gratifichi delle tante difficoltà patite sulla Terra. Chi vive il tempo in questo modo è, forse, più interessato agli altri che a se stesso. Concentra le sue attenzioni su chi verrà dopo di lui e su azioni di cui potrebbero beneficiare gli altri. Infine l'orientamento futuro-con obiettivi è tipico di uomini e donne che vivono alla lettera il motto 'prima il dovere, poi il piacere' (o 'non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi). Sono persone meticolose, precise, scrupolose, seriose. Il rischio per questi soggetti è quello di diventare troppo severi con se stessi, fino a soffrire di disturbi ansiogeni e comportamentali. In ogni caso lo studioso spiega che quasi sempre i sei orientamenti si fondano tra loro, creando personalità con tante sfaccettature. Alla luce di ciò sostiene che sia possibile individuare un mix perfetto di livelli di orientamento per star bene con se stessi e con gli altri. Questo mix prevede alti livelli per il passato positivo, medi livelli per il presente edonistico; bassi livelli invece per ciò che riguarda il passato negativo e il presente fatalistico.

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