sabato 9 gennaio 2010

CUORE ANIMALE

Risale alla scorsa primavera la notizia di un delfino moribondo ferito da un branco di squali al largo delle coste australiane, e soccorso da un suo simile. L'animale intervenuto in aiuto dell'esemplare in pericolo di vita, era rimasto con lui tre giorni aiutandolo a respirare, in attesa di incontrare degli uomini che potessero curarlo. Ne parlò un giornale inglese sottolineando l'eccezionalità dell'evento: mai s'era vista una cosa del genere in ambito faunistico. Eppure, stando a un recente studio condotto da Elise Nowbahari, dell'Università di Parigi, i gesti eroici fra gli animali, sono molto più comuni di quanto si possa immaginare. "I casi di animali che si sacrificano per altri esemplari sono sottostimati", rivela la studiosa parigina, "e noi col nostro studio, basandoci su dei parametri specifici, possiamo per la prima volta affermarlo con certezza". Il fenomeno, peraltro, non riguarderebbe solo le specie più evolute come i mammiferi (di cui il delfino fa parte), ma anche specie considerate primitive, come gli insetti. L'altruismo dei delfini è stato dunque riscontrato anche in alcune colonie di formiche. Nowbahari ha visto che se delle formiche cadono vittime di un predatore o finiscono in una trappola, altri esemplari della stessa specie intervengono in loro soccorso. Anche a costo della vita. Se, però, gli stessi eroici imenotteri si accorgono che degli esemplari di un'altra colonia sono in difficoltà, fanno finta di niente. Ed è questo aspetto a distinguerli nettamente dai delfini che, invece, si sacrificano anche per altre specie. Un annetto fa, per esempio, presso Marina State Park, vicino a Monterey, in California, dei delfini hanno salvato la vita di un surfista circondandolo e impendendo che uno squalo bianco lo divorasse: l'uomo era già stato morsicato tre volte dal pesce e non avrebbe avuto scampo senza l'intervento dei delfini. Anche i cani possono immolarsi per esseri viventi filogeneticamente distanti. Su tutti l'esempio di Leo, un Jack Russell australiano che, verso la fine del 2008, in un appartamento di Melbourne devastato dalle fiamme, ha rischiato di morire carbonizzato: quando i vigili del fuoco lo hanno trovato in fin di vita, fra le sue zampe proteggeva impavidamente quattro gattini di cui, spronato dai padroni, aveva cominciato a prendersi cura pochi giorni prima. Fra gli insetti, comunque, ci sono anche le api disposte a tutto pur di proteggere i propri simili. In questo caso si è visto, per esempio, che gli esemplari sterili di alcune specie non hanno problemi a dare la propria vita per proteggere la prole altrui. Poi ci sono le api kamikaze che attaccano chiunque si avvicini a una riserva alimentare, fondamentale per una colonia. Questi esapodi pungono l'aggressore e poco dopo muoiono, perché il pungiglione rimane nel corpo del predatore insieme a una parte di intestino, senza il quale non possono vivere. Ritornando ai mammiferi, non conoscono il rischio di sfidare la morte per salvare 'il prossimo' anche molte scimmie, gli sciacalli, i pipistrelli. In molti primati Nowbahari ha osservato che i maschi non hanno problemi a fronteggiare chiunque pur di proteggere le femmine e i piccoli del proprio clan. Le scimmie, peraltro, possiederebbero un senso morale. Frans de Wall, primatologo della Princeton University, dice che la moralità dei primati si esprimerebbe nell'empatia - la capacità di captare i sentimenti altrui - e nella reciprocità - la consapevolezza che non va fatto agli altri ciò che non si vuole venga fatto a sé. Fra gli sciacalli, gli esemplari adulti - non necessariamente genitori - combattono contro le iene per salvare la vita dei più piccoli; idem nei pipistrelli della frutta. Ma qual è il significato evolutivo dei gesti eroici negli animali? Secondo Darwin questi fenomeni possono essere spiegati con la cosiddetta 'selezione a livello superindividuale'. A differenza della selezione classica, che privilegia l'individuo singolo, in questo caso a giovarne è l'intero gruppo, a scapito, però, della morte di pochi esemplari. Nowbahari, infine, dice che il gesto eroico di un animale ha un valore eccezionale anche perché non contempla (a differenza degli uomini) l'ipotesi di ricevere un premio o una commemorazione.

(Pubblicato su Libero il 9 gennaio 10)

Per info: http://www-leec.univ-paris13.fr/actu/EN_ComportementSecours_Presse_sept2009.php

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