venerdì 5 febbraio 2010

C'era una volta la geografia...

Per mia nonna Austria e Australia avevano più o meno lo stesso significato. Erano Stati (nazioni o regioni?) semplicemente lontani da dove lei abitava: San Pietro all'Olmo, frazione di Cornaredo. In realtà non aveva la più pallida idea di dove si trovassero. Nel suo immaginario, quindi, l'Australia poteva tranquillamente stare al di là del Ticino, e l'Austria, magari, dopo l'ultima curva del Naviglio Grande. E invece sappiamo tutti che non è così. Mia nonna non ne sapeva niente della distribuzione delle aree territoriali del pianeta per un semplice motivo: non aveva mai studiato la geografia. Il significato etimologico della parola geografia è "scrittura, descrizione della Terra". La geografia è una delle materie più antiche mai studiate dall'uomo. Nasce dalla volontà di scoprire e conoscere i territori che ci circondano, per vivere meglio, per sfruttare adeguatamente le risorse. I primi a studiarla furono i greci. Strabone compose il trattato 'Geografia'; Erastotene introdusse i concetti di latitudine e longitudine. Fra i romani si ricorda Pomponio Mela, che scrisse il trattato 'Chorogràphia'. Il vero boom della geografia, comunque, arriva più tardi, con le prime grandi esplorazioni. Inizia Marco Polo, che per primo si avventura nelle terre del temibile condottiero mongolo, Kublai Khan. Cominciano a circolare mappe geografiche sempre più dettagliate. Nuovi paesi vengono scoperti e si aggiungono all'incredibile mosaico di terre abitate dall'uomo. Alle imprese di Polo si aggiungeranno - nei secoli successivi - quelle di Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Ferdinando Magellano (che per primo circumnaviga il globo). Nell'Ottocento nasce, dunque, la geografia moderna, grazie al lavoro dei tedeschi Alexander von Humboldt e Karl Ritter. Ed è sempre un tedesco, J.H. Schultze, a dare la enunciazione più precisa di geografia, definendola come "la scienza sintetica che descrive e studia i rapporti di connessione dei fatti e dei fenomeni distribuiti sulla superficie terrestre, coordinati in unità spaziali (regioni) ed aventi particolari aspetti collettivi (paesaggi)". Personalmente ho sempre amato la geografia. Sono appassionato degli angoli del pianeta meno conosciuti, e per questo - probabilmente - più affascinanti. Di certo non conosco tutte le capitali, tuttavia mi crogiolo spesso al pensiero di poter presto visitare località 'imbarazzanti' come Irkutsk, Varna, o Sela Na Crasu. Chi sa dove si trova Irkutsk? Non ho mai fatto un sondaggio, eppure sono convinto che lo saprebbe non più di una persona su dieci (a essere ottimisti): recentemente l'ho perfino chiesto alla titolare di un'agenzia di viaggi, invano. Eppure Irkutsk è una grande città della Siberia, abitata da circa 600mila persone. Si trova per la precisione lungo il tragitto della Transiberiana e si affaccia sul Lago Baikal, lo specchio lacustre più profondo del mondo. Irkutsk, detta anche la 'Parigi della Siberia', è ricca di angoli pittoreschi e preziosi tesori, su tutti la chiesa del Salvatore, bianca come la neve, e numerosi e antichi caseggiati in legno diventati monumenti storici. Unico problema, il freddo: la temperatura media annuale è infatti 0°C (in questo periodo, addirittura, -20°C). E Varna? Chi sa dove si trova Varna? O peggio ancora, Sala Na Crasu, nel cuore della Slovenia carsico-litoranea? Varna è una delle principali città della Bulgaria. Si specchia nelle acque del Mar Nero. Per la precisione viene detta 'La perla del Mar Nero'. La contraddistinguono numerosi centri di villeggiatura. Da visitare anche gioielli come il monastero Alagià, che un tempo ospitava gli anacoreti della corrente religiosa nota col nome di 'esicasmo', o la chiesa 'San Atanasio', con una ricca collezione di icone bulgare. Sala Na Crasu, infine, è un piccolo villaggio (in questo caso comprensibilmente sconosciuto ai più) che mi è capitato di visitare l'estate appena trascorsa. In realtà non vi è nulla se non infiniti campi di girasole e casette risalenti all'ottocento; ma è pervasa da una magica atmosfera, dove sembra che il tempo non passi mai. Quando andavo alle medie c'erano due tipi di geografia: quella fisica e quella politica. La prima si concentrava sulle caratteristiche cartografiche di una certa regione: i rilievi, i fiumi, i laghi. La seconda, sulle città, gli Stati, gli ordinamenti politici delle nazioni. Io ho sempre preferito la prima. Più spesso, infatti, in questo caso, si affrontavano aspetti che concernevano anche la geologia, gli ecosistemi, le attività atmosferiche, argomenti di cui andavo ghiotto. Poi ho avuto la fortuna di continuare a studiare indirettamente la geografia, affrontando in università esami come geologia ambientale. Ma oggi qual è la situazione? È vero che la geografia è una materia in via di estinzione? Purtroppo sì. Il motivo è poco chiaro, in ogni caso il suo 'spessore' didattico è oggi molto più ridimensionato rispetto a un tempo. Basta fare una serie di considerazioni, sulla base delle decisioni recentemente prese dalla Gelmini, ministro dell'Istruzione. Nei licei classici e scientifici la geografia viene insegnata solo nel primo biennio. Rispetto ai vecchi ordinamenti scolastici le ore settimanali sono passate da 4 a 3. Non si distingue più la geografia come disciplina a sé stante; in molti istituti viene, infatti, accorpata alla storia; spetta dunque al professore stabilire, in questi casi, quanto tempo dedicare ad essa. Nelle scuole a indirizzo commerciale (ex ragioneria) la materia veniva studiata fino al quinto anno, oggi ci si ferma al secondo. In alcuni istituti tecnico-commerciali addirittura la geografia è stata abolita. È il caso dell'indirizzo 'costruzione, ambiente, e territorio (ex geometri)'. A questo punto molti geografi e docenti specializzati sono insorti, lanciando appelli e raccolte firme per indurre il ministro Gelmini a fare un passo indietro e ridare, dunque, alla geografia l'onore che le spetta. Tenuto conto del fatto che gli appassionati geografi nel mondo sono sempre di più, comprese le tante persone che si divertono a navigare per paesi e nazioni grazie a software come Google Earth. Vi lascio con un link: http://nuke.luogoespazio.info/appellogeografia/tabid/551/Default.aspx. Doveste essere anche voi fra quelli che rivorrebbero indietro la geografia di un tempo.

(Pubblicato su www.milanoweb.com)

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