venerdì 30 aprile 2010

Scienziati studiano Prahlad Jani, l'82enne indiano che non mangia e non beve da 72 anni

Possibile che un uomo possa sopravvivere per 74 anni senza mangiare e bere? È la domanda che si stanno ponendo dei medici indiani di un centro di ricerca del ministero della difesa, dopo aver accolto in un ospedale dello stato settentrionale del Gujrat, Prahlad Jani, un asceta indù di 82 anni: l'uomo sarebbe resistito tutti questi anni senza cibo e acqua grazie a un'antichissima tecnica yoga chiamata "breathrianismo". Il santone era già stato studiato da un'equipe di scienziati nel 2003, ma senza ottenere grandi risultati. Gli esperti l'hanno seguito per dieci giorni, 24 ore su 24, verificando che la sua mente, in effetti, si mantiene perfettamente lucida anche senza mangiare, bere, urinare e defecare. Secondo i medici indiani guidati da Sudhar Shah, l'asceta sarebbe in grado produrre urina nella sua vescia, per poi - in base alla sua volontà - rimandarla in circolo. Interrogato dagli specialisti, il santone indiano, nato in un poverissimo villaggio del Gujarat, ed ora abitante in una grotta, spiega di avere "ereditato" questa sua straordinaria capacità da una divinità locale, quand'era ancora bambino, la stessa che (sempre secondo le sue descrizioni) gli fornirebbe i liquidi necessari alla sopravvivenza tramite un'apertura anatomica del palato. La ricerca non è comunque fine a se stessa: "Se le sue dichiarazioni dovessero essere verificate", afferma il dottor G. Ilavazhagan, direttore del Defence Institute of Physiology & Allied Sciences, "saremo in grado di salvare vite umane durante i disastri naturali, viaggi in mare ed altre situazioni estreme: possiamo, infatti, educare le persone sulle tecniche di sopravvivenza in condizioni proibitive con poco cibo e acqua, o addirittura niente". In sostanza con la tecnica del "breathrianismo" sarebbe possibile raggiungere il totale dominio delle proprie funzioni corporee. Gli scienziati indicano queste persone "autotrofe". Ce ne sarebbero circa 3mila in tutto il mondo. Analoga all'esperienza di Prahlad, c'è quella di Hira Ratan Manek, un ingegnere indiano di 70 anni. L'uomo ha smesso di mangiare per otto anni, prima di essere sottoposto a una serie di test scientifici effettuati dalla Nasa. Manek, a quanto pare, ottiene l'energia per vivere dal sole, al quale si espone quotidianamente. "Tutte le sere si mette sotto la luce del sole per un'ora a occhi aperti", spiega la moglie di Hira. "Questo è il suo cibo preferito".

Il video...

mercoledì 28 aprile 2010

Nel 2013 il via ai lavori per la realizzazione della prima centrale nucleare italiana

Due giorni fa l'incontro ufficiale fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. E la decisione del premier italiano: entro il 2013 partiranno i lavori in Italia per la prima centrale nucleare. La prossima mossa? Sensibilizzare l'opinione pubblica all'importanza delle centrali nucleari. Le statistiche, infatti, dicono che non tutti gli italiani sono a favore di questa forma di energia. Il 54% degli abitanti dello Stivale ritiene indispensabili le centrali, ma nessuno le vuole nella propria provincia. Le centrali nucleari fanno paura. Non tanto per il potenziale pericolo di incidenti con rilascio di immani quantità radioattive, bensì per la consapevolezza che le aree geografiche a ridosso dei reattori, sono quelle dove la percentuale di incidenza di determinate patologie è più alta che altrove. Lo attesterebbero alcuni studi condotti in Gran Bretagna negli ultimi anni. Mentre la rivista scientifica Environmental Heatlh, sulla base di uno studio condotto in Germania, dice che le bassissime dosi di radiazioni riscontrabili nei pressi di una centrale, potrebbero essere innocue per gli adulti, ma non per i neonati e per i feti in via di sviluppo nel grembo materno. Sotto la lente degli esperti l'ipotesi che i radionuclidi (gas nobili come kripton, argon, xeno) liberati nell'aria insieme al vapore acqueo dalle centrali, entrino a far parte della catena alimentare, contaminando tutto e tutti (per migliaia di anni). Anche fra i politici regna un certo disappunto. Pochi concordano con Berlusconi. Renata Polverini, per esempio, sostiene che il "nucleare nessuno lo vuole", alludendo a se stessa e a Roberto Formigoni. Totalmente contrari gli esponenti di centro-sinistra. In prima linea per il no al nucleare ci sono i presidenti della Puglia Nichi Vendola e della Sardegna Ugo Cappellacci. "In Sardegna non c'è spazio per le centrali nucleari", rivela Cappellacci. "Dovranno passare sul mio corpo prima di fare una cosa simile". Si pensa, in ogni caso, alla realizzazione di quattro reattori nucleari che dovrebbero essere costruiti secondo gli accordi del vertice bilaterale dalla joint venture italo-francese. In ballo (inevitabilmente) cifre da capogiro. In 10-15 anni dovrebbero essere spesi 30miliardi di euro. I dati sono stati forniti da Confindustria. Ma dove potrebbero sorgere le nuove centrali nucleari? Ci sono vari comuni in lizza, che riceverebbero bonus economici ragguardevoli. In tutto ci sarebbero da smistare 10milioni di euro. Tra i centri potenzialmente interessati a ospitare una centrale sul proprio territorio ci sono Caorso, Trino Vercellese, Monfalcone, Chioggia, Mola di Bari, Termoli, Oristano, Borgo Sabotino, Garigliano, Palma e Scansano Jonico. L'idea è quella di privilegiare le zone marittime dove sarebbe più semplice sfruttare grosse quantità d'acqua per raffreddare i reattori. 2.596.792 sono i metri cubi di acqua che occorrono ogni giorno per raffreddare un reattore nucleare che produce 1000 MegaWatt. Secondo un'equazione elaborata dall'Union of Concerned Scientists degli Stati Uniti, si tratta di 30.05 metri cubi di acqua al secondo, corrispondenti a un terzo della portata del Po a Torino. Con ciò non stupisce sapere che in Francia il 40% di tutta l'acqua consumata viene utilizzata per il funzionamento delle centrali nucleari.

La storia del nucleare in Italia risale al dopoguerra, quando, nel 1955, all'indomani della conferenza "Atomi per la pace", venne dato il via alla realizzazione di tre impianti nucleari basati sull'azione dei reattori di tipo BWR e PWR di origine statunitense e di tipo Magnox di origine britannica. Il primo centro nucleare sorge a Latina nel 1963. Nel giro di due anni ne nascono altri due: Sessa Aurunca e Trino. Nel 1996 l'Italia è al terzo posto, dopo Usa e Gran Bretagna, fra i paesi in grado di ottenere il più alto quantitativo di energia elettrica da una fonte nucleare. Nel 1970 a Caorso viene inaugurata la quarta centrale nucleare. La situazione si mantiene stabile fino al 1986, anno in cui l'esplosione del reattore di Chernobyl manda in tilt ogni proposito di affidarsi all'energia nucleare. Con il referendum del 1987 viene dato l'addio alle centrali nucleari. Troppi rischi. L'opinione pubblica è in defaillance. Ufficializzano la chiusura delle centrali, tra il 1988 e il 1990, i Governi Goria, De Mita e Andreotti VI. Dagli anni Novanta la mancanza di energia prodotta dal nucleare viene, dunque, compensata dall'aumento dell'utilizzo dei combustibili fossili e dall'incremento delle importazioni di "energia" da altri paesi. Si ritorna a parlare di nucleare nel 2005.
La patata bollente viene affidata al ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che propone di costruire dieci nuovi reattori, in modo da coprire il 25% del fabbisogno energetico del Belpaese. Secondo Scajola associando questo 25% al 25% verosimilmente ottenibile da altre fonti rinnovabili, si arriverebbe a fare a meno del 50% dell'energia ricavata dallo sfruttamento dei combustibili fossili che determinano gravi ripercussioni ambientali, sono esauribili, e predispongono ad attriti geopolitici fra le nazioni. Giustifica così la sua presa di posizione: "L'Italia è l'unico fra i paesi del G8 che non usa l'energia nucleare nella produzione di elettricità". E per ciò che riguarda le proteste degli ambientalisti dice che "questa forma di energia può considerarsi a giusto titolo parte integrante dell'economia verde, assicurando la riduzione delle emissioni di gas serra". In questo momento, nel mondo, lo sfruttamento dell'energia nucleare consta dell'attività costante di 436 reattori pari a 370,407 GW. Certo, molte cose sono cambiate rispetto al dopoguerra. Le centrali di oggi sono molto più efficienti e sicure delle prime. Oggi, in particolare, si sente sempre più spesso parlare di "nucleare di nuova generazione". A cosa si allude? A centrali nucleari che, in realtà, non vedranno la luce prima del 2030. Sono rappresentate da un gruppo di sei famiglie, che si differenziano dai vecchi reattori per i costi, le materie prime utilizzate per il loro funzionamento, la maggiore capacità di smaltimento delle scorie radioattive. Fra i cosiddetti reattori "Very-High Temperature Reactor (VHTR)" possiamo, per esempio, citare il rettore nucleare ad acqua supercritica (SCWR): viene detta "critica" la temperatura al di sopra della quale una sostanza non può esistere allo stato liquido. Opera a circa 374 gradi centigradi e a pressioni di 22,1 MPa. Tra i reattori "Veloci Autofertilizzanti (fast-breeders)" possiamo, invece, ricordare i Gas-Cooled Fast Reactor (GFR), reattori nucleari a neutroni veloci refrigerati a gas: il reattore è raffreddato a elio con una temperatura pari a 850 gradi centigradi. In tutti i casi, comunque, i reattori nucleari si basano sul cosiddetto processo della fissione nucleare. Con essa il nucleo di uranio 235, plutonio 239 (fra gli elementi più pesanti della tavola periodica) vengono bombardati con neutroni o altre particelle producendo energia. La prima rudimentale fissione nucleare risale al 22 ottobre 1934. Protagonisti furono gli italianissimi "ragazzi di via Panisperma", guidati da Enrico Fermi.

I virus vegetali possono infettare l'uomo?

Fino a oggi s'è sempre pensato che i virus delle piante non potessero infettare l'uomo e gli animali. Recentemente, però, una ricerca condotta da esperti dell'University of the Mediterranean di Marsiglia ha rivelato che un virus presente nel peperone dolce, è attivo anche nel 7% delle persone (il test è stato condotto su 304 adulti). In particolare gli scienziati hanno evidenziato nell'uomo tracce dell'Rna del virus vegetale, la prima prova di un'infezione ad opera di una pianta. Le persone colpite dal virus erano più suscettibili a stati febbrili, dolori addominali e prurito. Non tutti però sono d'accordo con queste conclusioni. Per Robert Garry della Tulane Univertisy a New Orleans, in Louisiana, è molto difficile che il virus di una pianta possa 'riconoscere' una cellula animale.

martedì 27 aprile 2010

Aerei "a carbone". Il futuro dell'aeronautica americana

Gli Usa dispongono di moltissimi giacimenti di carbone, ma hanno poco petrolio. Ogni anno, però, l’aeronautica militare statunitense consuma qualcosa come 10miliardi di oro nero, per una spesa complessiva di 4,5miliardi di dollari: in particolare le linee aree commerciali giornalmente bruciano 200milioni di litri di petrolio, il 30 percento delle risorse totali di una compagnia aerea. Per questo motivo è necessario trovare un sistema per far volare gli aerei a “carbone” e non a “petrolio”. Come? Con una benzina sintetica, ottenibile dal gas naturale. Parola dei tecnici del Pentagono. Un processo analogo consentirebbe, peraltro, di arrivare allo stesso risultato utilizzando il carbone. 100ore di test a terra, e recentemente 2ore di volo nei cieli del deserto americano del Mojave, fanno ben sperare gli scienziati. Gli esperti hanno utilizzato un vecchio bombardiere B-52, che ha funzionato alla perfezione, come un qualunque aereo alimentato da carburante tradizionale. Entro breve gli americani sperimenteranno, dunque, la benzina sintetica anche su moderni aerei militari. La benzina sintetica non è una novità: il metodo per trasformare carbone o gas naturali in carburante era stato elaborato già da studiosi tedeschi prima della Seconda guerra mondiale. Tuttavia il progetto torna di moda solo oggi. In particolare gli Usa hanno intendono rimpiazzare entro il 2025 il 75percento delle importazioni americane di petrolio dal Medio Oriente con altre fonti di energia.

lunedì 26 aprile 2010

L'inquinamento rimpicciolisce l'organo riproduttivo maschile

0,8. Sono i centimetri in meno di lunghezza del pene dei maschi italiani rispetto a 60 anni fa. Lo rivela uno studio diffuso dagli scienziati dell'Università di Padova. Secondo i ricercatori del Belpaese la lunghezza media dell'organo riproduttivo maschile è passata dai 9,7 centimetri del 1948,
agli 8,9 centimetri dei giorni nostri. La causa? L'inquinamento e in particolare gli estrogeni diffusi in larga quantità nei materiali e nell'ambiente. Sotto accusa anche i principi attivi contenuti nei pesticidi, additivi, metalli pesanti che avrebbero il potere di alterare il normale equilibrio ormonale di un organismo. A causa delle alte concentrazioni di estrogeni a livello ambientale, un bambino su tre nasce con anomalie all'apparato genitale. Inoltre i maschi si sviluppano sempre più tardi, mentre le femmine raggiungono prima l'età adulta. In generale la qualità (e la quantità) dello sperma è andata deteriorandosi nel tempo. E questo spiega il motivo per cui i casi di infertilità maschile sono sempre più numerosi e così le coppie che si sottopongono a fecondazione assistita. Un uomo sano e normale dovrebbe produrre ogni giorno 300milioni di spermatozoi.

domenica 25 aprile 2010

"Quando scopriremo gli alieni?"

Il sondaggio di Spigolature Scientifiche "Quando scopriremo gli alieni?" sta andando bene. Tuttavia l'impressione che ho, è che sia stato frainteso il concetto di "alieni". Con questo termine non intendevo definire esclusivamente degli (ipotetici) extraterrestri tecnologicamente super avanzati, ma anche banalissime forme di vita come i batteri. Dunque per i prossimi lettori che parteciperanno al sondaggio, il suggerimento è quello di considerare con il termine "alieno" una qualunque forma di vita, dalla più sviluppata alla più primitiva. Colgo l'occasione per aggiungere che credere agli alieni è tutt'altro che "fantasioso" o "infantile", come qualcuno presuppone (quasi come se stessimo parlando di folletti o spettri). A riprova di ciò vi rimando a un interessante articolo pubblicato oggi dal Daily Mail: http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1268712/Stephen-Hawking-Earth-risk-invasion-aliens-living-massive-ships.html. Parla del grande astrofisico Stephen Hawking, straconvinto dell'esistenza di specie aliene, in viaggio addirittura su gigantesche astronavi completamente autosufficienti. Se ci crede lui…

Italiani sempre più spesso vittime dei cyber criminali

Sempre più a rischio documenti personali e password su internet. Stando, infatti, a una ricerca compiuta dal sito YouGov realizzato per conto della società VeriSign in media un navigatore su dieci viene derubato dei propri dati personali. Per questo motivo abbondano - e sono in costante crescita - reclami e azioni giudiziarie: "Nel 2009 alla Polizia postale sono giunte 3.267 denunce dalle vittime dei ladri di identità", raccontano i funzionari dell'ente italiano. In tutto sono state avviate 1.473 indagini. Ma un italiano su dieci vittima delle truffe online, potrebbe addirittura rappresentare un dato sottostimato. Secondo gli esperti dell'associazione Adiconsum, infatti, la percentuale è più alta e riguarderebbe almeno un italiano su cinque. Recentemente Adiconsum ha presentato una ricerca nella quale emerge che il 22% degli intervistati dice di aver subito un furto d'identità. Analoghi i dati forniti da Experian, società italiana che offre informazioni commerciali e servizi di analisi: "Le segnalazioni di tentativi di truffe hanno raggiunto il 40% nel 2009, con un'incidenza di circa 40 casi sospetti ogni 10mila", spiegano i tecnici di Experian. Nel 2008 i casi sospetti erano 28. Sotto la mira degli investigatori anche popolari social network come Facebook e Twitter dove il furto di password è all'ordine del giorno. Ci sono individui che colpiscono soprattutto i personaggi famosi, per recuperare notizie di gossip. Fra gli addetti ai lavori il furto di informazioni prende il nome di 'phishing'. Secondo la società di sicurezza informatica Symantec, il fenomeno continua ad alimentare l'economia sommersa, nonostante la crisi globale. A fare gola al mercato nero sono soprattutto i dati relativi alle carte di credito. Con 30 dollari si ottiene ciò che si vuole. Più costosa invece la richiesta completa di coordinate bancarie. In questi casi si può anche arrivare fino a 850 dollari. L'Italia, in particolare, fra le nazioni di lingue non inglese è al primo posto per il phishing. L'internet Security Threath Report rivela una crescita continua, nel Belpaese, sia del volume sia del grado di complessità degli attacchi informatici. Un po’ di colpa però è anche degli italiani che fanno poco o nulla per difendersi dai furti online. L'Italia è al secondo posto a livello europeo per il numero di computer "bot infected", vale a dire pc suscettibili all'azione dei criminali web. Il problema è che avanti di questo passo tutti potremmo diventare potenziali cyber criminali. Gli analisti sottolineano l'aumento spropositato negli ultimi tempi dei cosiddetti "crimeware kit": si tratta di kit con informazioni e istruzioni per riuscire in modo semplice e scontato a violare la privacy altrui, sottraendo password e altri dati personali. Qualche consiglio utile, però, per non cadere nella trappola dei truffatori online c'è. La password andrebbe, per esempio, cambiata ogni tre mesi. Inoltre è necessario sceglierne una piuttosto complicata. Non numeri banali come: 1,2,3,4,5,6. Per gli acquisti internet meglio usare solo carte di credito ricaricabili. Attenzione, poi, a muoversi negli internet bar. I dati più sensibili possono essere recuperati da malintenzionati.

sabato 24 aprile 2010

Scoperto un tempio megalitico più antico di Stonehenge

Scoperto presso la località Cut Hill, nel Devon (GB), un tempio megalitico molto più vecchio del celebre Stonehenge (nella foto). Lo rivela l'ultimo numero della rivista New Scientist. Il riferimento è a nove pietre perfettamente allineate, alte in media 2,6 metri, utilizzate per le osservazioni astronomiche. Le datazioni al radiocarbonio dicono che risalgono al 3.500 a.C., a circa mille anni prima, quindi, di Stonehenge. Mike Pitts, del British Archaeology magazine afferma che “lo studio di ciò che resta di questo antico tempio aiuterà a far luce sui tanti misteri che ancora avvolgono il popolo che costruì il più importante tempio megalitico mai realizzato dall'uomo”. Le pietre del tempio astronomico di Cut Hill sono allineate in modo molto simile a quelle di Stonehenge, così da rispondere ai solstizi e al regolare sorgere del sole.

giovedì 22 aprile 2010

Le super-eruzioni avvengono ogni 100mila anni. La prossima potrebbe non essere lontana

Yellowstone nel Wyoming (Usa), Campi Flegrei in Italia, Lago di Taupo in Nuova Zelanda. Sono queste le aree dove potrebbe verificarsi in un futuro non troppo lontano una super-eruzione. Il riferimento è a supervulcani in grado di emettere fino a 300chilometri cubi di magma durante una sola eruzione. Fenomeni così potenti, in media, avvengono ogni 100mila anni. La più recente super-eruzione risale a 74mila anni fa, contraddistinse il Lago Toba, a Sumatra, e quindi la prossima potrebbe non essere lontanissima. In quell'occasione ci fu il rilascio di 1000chilometri cubi di magma in un solo colpo. Eruzioni di questo tipo sono 10 volte più distruttive dell'impatto di un asteroide, dicono gli esperti della Geological Society di Londra. Eventi geologici analoghi, in epoche ancora più remote, provocarono la sparizione di molte specie animale e vegetali. 250milioni di anni fa, nel Permiano, per esempio, a causa di una super-eruzione avvenuta in Siberia, scomparve il 90% delle specie marine. Per quanto riguarda il presente il problema non è domandarsi “se” ci sarà una super-eruzione, ma “quando” ci sarà, rivela Bill McGuire direttore dell'Aoin Benfield Hazard Research Centre presso l'University College di Londra. Secondo le ricostruzioni fatte dagli scienziati della Geological Society di Londra una super-eruzione potrebbe provocare la distruzione totale di un territorio vasto quanto l'intera Europa o il Nord America. In più ci sarebbero gravissime ripercussioni a livello climatico in tutto il mondo.

mercoledì 21 aprile 2010

Il "giardino stellare" di Rosetta fotografato dal telescopio Herschel


A 5mila anni luce dalla Terra c'é un nido di stelle giganti: ognuna di esse ha una massa pari ad almeno 10 volte quella del sole. Le prime immagini spettacolari di questo "giardino stellare" sono state inviate a Terra dal telescopio spaziale Herschel, lanciato nel 2009 dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Le stelle in formazione si trovano nella nebulosa Rosetta, nella costellazione dell'Unicorno, un grande ammasso di polveri e gas sufficienti a formare almeno 10mila stelle simili al sole. La nebulosa misura approssimativamente 100anni luce, dimensioni riconducibili alla ben nota nebulosa di Orione (venti volte più vicina alla Terra).

Dilaga l'obesità in tutti i paesi industrializzati. Ma il fenomeno sembra riguardare soprattutto gli uomini. Stando, infatti, ai risultati di uno studio condotto dall'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, su oltre 5mila abitanti del Belpaese, il 57% è rappresentato da uomini oversize. Più bassa la percentuale di donne, ferma al 34%. In compenso l'insoddisfazione legata ai chili di troppo è una prerogativa del gentil sesso. Sono, infatti, scontente di sé e del proprio corpo il 69% delle donne in sovrappeso, contro il 61% degli uomini. Gli specialisti spiegano che gli uomini sono "molto più indulgenti verso se stessi". E per questo difficilmente fanno qualcosa di concreto per salvaguardare la linea.

Donne cieche dalla gelosia. Non è solo un detto. Stando, infatti, alle conclusioni di un team di studiosi americani dell'Università del Delaware, la gelosia è un sentimento che può davvero creare dei problemi alla vista. Secondo gli scienziati Usa le emozioni negative possono influenza la salute fisica delle persone e quindi anche l'attività visiva. Dai test s'è visto che le donne fortemente gelose riescono con maggiore difficoltà a risolvere problemi relativi alla corretta interpretazione di fotografie paesaggistiche.

Un ottimo sito internet dove poter ascoltare gratuitamente la propria musica preferita. Basta cliccare: www.musicovery.com e registrarsi. Si tratta di una web radio, semplicissima da utilizzare, con un database di 18 generi musicali. Ami Robin Williams? Non devi far altro che digitare il suo nome in un apposito spazio; in seguito la radio prepara per te una compilation a tema.


Perché le donne amano George Clooney? No, non è per la sua bellezza, ma per la sua parlata monotona e cadenzata. Questo tipo di parlata, infatti, rappresenta per le donne un messaggio forte: significa che l'uomo che hanno davanti è potente e sicuro di sé. Parola di scienziati dell'Università della California. Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato le voci di varie persone e averle messe a confronto con i rispettivi successi sessuali. "Le donne mirano a uomini di un certo livello sociale", dicono i ricercatori statunitensi, "e spesso questa prerogativa è in stretta sintonia con toni vocali misurati".

Il segreto per avere successo su social network come Facebook e Twitter non è postare link interessanti o di valore. L'importante è pubblicare ogni giorno qualcosa, indipendentemente dalla qualità del post inserito. In pratica basta aggiornare frequentemente il proprio sito per essere certi di poter piacere agli altri. A queste conclusioni sono giunti dei ricercatori dopo aver fatto giudicare a 75 persone degli internauti abituati a cliccare sul sito Livejournal.com. S'è visto che quelli che postano di più, anche se postano sciocchezze, vengono giudicati più attraenti e popolari di tutti gli altri. Soprattutto di chi propone qualcosa di molto interessante ma con minore frequenza. A quanto sembra nel mondo dei social network conta molto di più la quantità della qualità, in modo, forse, non diverso da ciò che accade anche in televisione. Anche in tv, infatti, i personaggi più amati sono di solito quelli che si vedono di più, anche se sono lì solo a fare le belle statuine.

martedì 20 aprile 2010

In Inghilterra la pecora che si fa l'auto-tosatura

Arriva dall'Inghilterra la prima pecora 'auto-tosante'. È un animale che, con la primavera, perde naturalmente il suo cappotto di lana invernale, risparmiando all'uomo l'attività di tosatura. La razza battezzata "Exlana" è stata ottenuta da un allevatore inglese, Peter Barber, tramite una serie d'incroci (circa una decina), dopo aver notato una specie ovina brasiliana che perde il pelo col sopraggiungere della bella stagione. "Un tempo perdevamo parecchio tempo a tosare le pecore", racconta Berber al giornale inglese Daily Mail, "ma con la svalutazione della lana tutto il processo ci creava problemi economici oltre a essere una grande scocciatura. Adesso ho migliaia di pecore auto-tosanti nella mia fattoria". La razza "Exlana" deriva dalla pecora "Pancianera" delle Barbados e dalla "St Croix" delle Isole Vergini". L'animale consentirà grossi risparmi agli allevatori (circa 8 sterline a pecora). "Nelle zone del sud del pianeta sono molto diffuse pecore prive naturalmente della lana", ci spiega Alessio Zanon, medico veterinario di Parma, esperto di biodiversità animale. "Il lavoro compiuto dall'allevatore inglese è dunque perfettamente comprensibile da un punto di vista scientifico. In pratica, tramite una serie di incroci, non ha fatto altro che ripristinare una prerogativa ovina delle prime forme di pecora evolutesi dal muflone, animale che annualmente perde la sua copertura lanosa". In Italia per il momento non esistono pecore 'auto-tosanti', ma sono presenti razze naturalmente prive del vello. Il riferimento è per esempio alla pecora del Camerun, arrivata in Italia a scopo ornamentale per zoo e parchi faunistici e poi adottata anche dagli allevatori amatoriali.

(Pubblicato sul Corriere della Sera del 20 aprile 2010)

lunedì 19 aprile 2010

Gli oceani pullulano di microbi

Un miliardo di microbi per litro d'acqua. È la stima media relativa alla presenza di microrganismi negli oceani del pianeta. Lo rilevano gli scienziati dell'International Census of Marine Microbes. Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi hanno prelevato vari campioni d'acqua in milleduecento zone marine. Complessivamente si parla di un nonilione (10 elevato alla trentesima potenza) di microbi presenti nei nostri oceani, corrispondenti al peso di 240miliardi di elefanti africani. Innumerevoli le specie esaminate, molte delle quali abituate a vivere con quantità minime di ossigeno. Gli scienziati hanno evidenziato più di 18milioni di sequenze di DNA, per un totale di circa un miliardo di specie microbiche. Secondo gli esperti l'esistenza dei batteri è fondamentale per la vita negli oceani: "I microrganismi svolgono un ruolo davvero critico nel funzionamento degli oceani", rivela Paul Snelgrove, a capo della ricerca. "Di certo, la vita negli oceani, e sulla Terra, collasserebbe velocemente senza queste microscopiche creature". Fra i microbi più curiosi c'è l'ameba Acantharian, protetta da un guscio di soldato di stronzio, presente fino a 300 metri di profondità nei mari di tutto il pianeta. Bacteriastrum è un fitoplancton tipico delle superfici marine, caratterizzato da strutture originalissime, riconducibili ai capelli umani: in realtà servono per 'dialogare' coi propri simili. Karenia brevis è invece il microrganismo responsabile delle cosiddette 'maree rosse' che ogni anno, fra febbraio e agosto, colorano le acque del Golfo del Messico.

domenica 18 aprile 2010

Misterioso oggetto cosmico esplode nei cieli del Wisconsin

Una misteriosa palla di fuoco ha illuminato mercoledì notte il cielo del Wisconsin, in Usa. Secondo l'agenzia stampa AP si sarebbe trattato di un corpo celeste di grandezza indefinita, il cui passaggio avrebbe fatto tremare case, alberi e terreni, pur senza provocare vittime. Sconcertati i numerosi americani che hanno assistito all'insolito spettacolo, fra cui cittadini del Missouri, dell'Illinois e dell'Indiana. Ecco un originale commento apparso su Facebook: “Sembrava di vedere un fulmine rosso, poi è diventato giallastro e allora si è visto qualcosa cadere dal cielo”. Il fenomeno è stato anche documentato da un video diffuso dalla BBC. Stando ai dati forniti dai radar della zona il corpo celeste avrebbe impattato in corrispondenza delle contee di Grant e Lafayette. Ma di cosa si è trattato esattamente? Quasi sicuramente di un meteorite. Secondo James Lattis, direttore della University of Wisconsin Space Place, il corpo celeste non era più grande di un pallone da basket. “Questi oggetti sono piccolissimi”, dice lo studioso. “Se è davvero esploso come sembra, non ne troveremo mai i frammenti a meno che non siano atterrati su tetti di case o auto o in posti particolarmente visibili”. Il parere è condiviso anche dai tecnici del National Weather Service. Gli esperti aggiungono che il corpo celeste precipitato nel Midwest potrebbe far parte della cosiddetta pioggia di meteoriti denominata “Gamma Virginids”, iniziata lo scorso 4 aprile, e che dovrebbe andare avanti fino a 21 del mese.

Video BBC:

sabato 17 aprile 2010

L'eruzione del vulcano Eyjafjallajokull potrebbe provocare un'estate più fredda del normale

Le ceneri del vulcano del ghiacciaio di Eyjafjallajokull, in Islanda, potrebbero influire sul clima della Terra se raggiungeranno la stratosfera. In tal caso rischiamo di andare incontro a un'estate più fredda del normale. È il parere di uno scienziato austriaco, secondo il quale il fenomeno potrebbe avere un “effetto refrigerante perché ridurrà la radiazione solare”. Dello stesso avviso anche il meteorologo italiano Paolo Ernani, convinto che il raffreddamento provocato dalle ceneri del vulcano islandese potrebbe sommarsi a quello determinato dal notevole numero di precipitazioni nevose avvenute nell'ultimo inverno e alla riduzione delle macchie solari. “Nube di cenere, nevosità e diminuzione delle macchie solari potrebbero insieme creare una tendenza contraria al riscaldamento del pianeta”, rivela Ernani. L'imminente futuro del clima in Europa dipenderà dunque dall'azione dei venti, che potrebbero realisticamente creare un sottilissimo strato di particelle sull'emisfero settentrionale, tale da impedire il normale passaggio dei raggi solari. “Mai visto nulla di simile”, ha dichiarato ieri Vihjalmur Eyjolfsson, un agricoltore di 86 anni, proprietario dei terreni che sorgono in prossimità del ghiacciaio Eyjafjallajokull, sotto il quale è cominciata l'eruzione pochi giorni fa (14 aprile). Gli esperti fanno riferimento a una situazione analoga, verificatesi con l'esplosione del vulcano Krakatoa nel 1883, perfettamente documentata, che immise nell'atmosfera miliardi e miliardi di tonnellate di pulviscolo e di fumi, provocando un abbassamento medio delle temperature di mezzo grado. "La più grande eruzione mai verificata in Islanda, invece, è quella del vulcano Laki, nel 1783", raccontano i tecnici dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). "Una nube di cenere coprì quasi tutto l'emisfero settentrionale. Quella che doveva essere una stagione estiva fu completamente annullata da un inverno freddo con carestie in tutta Europa e anche in Nord America". In realtà non tutti gli scienziati la pensano così. Gli studiosi dell'Istituto di meteorologia tedesco Max Planck di Amburgo, per esempio, ritengono che il vero problema non siano le ceneri, ma l'acido solforico che però, in questo frangente, non risulta particolarmente abbondante. E quindi non avrebbe senso prevedere un'estate più fredda del solito.



In ogni caso l'eccezionale eruzione ha provocato e sta provocando grossi disagi ai viaggi aerei. Sono saltati numerosi voli soprattutto nel Regno Unito e in Scandinavia. Le ceneri vulcaniche non impediscono solo l'oscuramento della vista dei piloti, ma anche l'inceppamento delle eliche degli aerei, fondamentali per il corretto funzionamento di un mezzo volante. A questo punto in molti si chiedono se la nube di polvere e cenere riuscirà a varcare le Alpi, creando problemi (nelle prossime ore) anche in Italia. “Se mai dovesse arrivare da noi, sarà già molto dispersa”, assicurano gli scienziati dell'Ingv. "Ora stiamo valutando la sua consistenza, anche se la presenza di sistemi nuvolosi più alti in quota ne disturba l'osservazione". Ma da cosa è composta esattamente la nube di cenere? I vulcanologi parlano di un mix di vapor acqueo, anidride solforosa, composti a base di fluoro e polveri vulcaniche a base di silicio. Il fenomeno è figlio del contatto esplosivo avvenuto fra il magma incandescente del vulcano e il ghiacciaio gelido soprastante. Difficile, in ogni caso, prevedere l'andamento dell'eruzione. Benché i vulcanologi siano propensi a credere che l'emissione di lava proseguirà per molte settimane: “Eruzioni di questo tipo sono difficili da interpretare”, afferma Magnus Tumi Gudmunsson, professore islandese di geofisica, “possono durare qualche giorno, ma anche più di un anno”. Preoccupa peraltro l'idea che possa riattivarsi il vulcano Katla, che sorge a poca distanza dal vulcano Eyjafallajokull, complicando ulteriormente le cose: la sua ultima eruzione risale al 1981. Oggi il caos aereo si percepirà anche in Italia per almeno 24 ore. Agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino sono sospesi dalle 6 di stamane tutti i voli diretti sul nord Europa, a Genova, Milano, Torino, Bergamo e Bologna. Per quanto riguarda il nord della penisola l'Enac, ha disposto "l'interdizione al volo strumentale di tutto il nord Italia fino a 35mila piedi, vale a dire 10.668 metri, dalle 6 alle 14 di sabato". Cancellati gran parte dei voli Ryanair da Orio al Serio fino alle 13 di lunedì 19 aprile. Per sopperire a questa grave difficoltà nei trasporti si son fatte avanti le Ferrovie dello Stato, che hanno potenziato i collegamenti su rotaia fra le regioni settentrionali e il resto d'Italia. Previste anche 6 corse in più per il Frecciarossa, il treno superveloce inaugurato da poco più di un anno.

venerdì 16 aprile 2010

Scoperta la più antica lingua americana

Scoperta in Messico la più antica lingua del Nuovo Mondo: risale al 900 a.C. Lo afferma un’equipe di archeologi su Science. Il riferimento è a una pietra con incisi 62 segni, parte dei quali non ancora decifrati. Si sa per esempio che certi rettangoli indicano la sovranità, ma restano ancora molti dubbi su altri “scarabocchi” riportanti sagome riconducibili a uccelli. Secondo gli scienziati la tavoletta risalirebbe all’epoca degli Olmechi, in particolare al periodo detto di “San Lorenzo”. Dalle origini ancora misteriose, il “popolo del giaguaro”, rappresenta la cultura madre di tutte le principali civiltà del Mesoamerica. Nell’umida foresta tropicale tra acquitrini e fiumi, nelle regioni tra il Tabasco e il Veracruz, sorse intorno al XVIII secolo a.C. Gli Olmechi sono un popolo dalle origini misteriose, scoperto dagli archeologi soltanto alla fine dell’Ottocento, quando il viaggiatore messicano José M. Melgar y Serrano trovò fortuitamente una prima scultura riconducibile all'antica etnia, una gigantesca testa di pietra conficcata nel terreno fangoso di una località chiamata San Lorenzo. La stele ritrovata corrisponde a un blocco di serpentino convesso su cinque lati e concavo su quello scritto, che potrebbe essere stato inciso e cancellato più volte.

giovedì 15 aprile 2010

Lotta all'effetto serra con l'olio di scarto dei fastfood

Dall'olio di scarto dei fastfood, una nuova proposta per combattere l'effetto serra e risparmiare energia. Il riferimento è a un materiale innovativo che, coprendo i tetti delle abitazioni, favorisce il riscaldamento della casa d'inverno e il rinfrescamento in estate. È stato presentato da scienziati dello United Environment & Energy LLC (Uee) di Horseheads (New York) nel corso di un incontro dell'American Chemical Society. Gli esperti hanno ottenuto dall'olio di scarto dei fastfood un polimero liquido che, opportunamente trattato con sostanze che per ora non possono essere rivelate, si trasforma in plastica e può quindi essere utilizzato per coprire tetti e verande. Il tetto hitech è in grado di assorbire raggi solari durante la stagione fredda, e di rifletterli nel corso dei mesi più caldi. Esiste una temperatura critica oltre la quale l'azione di assorbimento si trasforma in riflessione e viceversa. I test finora compiuti rivelano l'attendibilità della proposta dei tecnici dello stato di New York. Si è visto, infatti, che la temperatura estiva nelle case con questo sistema viene ridotta in una percentuale compresa fra il 50 e l'80%. Analogamente, la temperatura invernale, subisce un incremento dell'80%. Gli studiosi affermano che questo nuovo prodotto edilizio è raccomandabile per ogni tipo di abitazione e ha un'autonomia di vari anni: "Crediamo molto in questa soluzione perché permette di risparmiare energia e salvaguardare l'ambiente dai gas serra", racconta Ben Wen, vicepresidente della Uee, "inoltre offre l'opportunità di riciclare milioni di litri di olio di scarto impiegati per preparare patatine e crocchette di pollo". Ultimo dato da segnalare: nonostante l'origine del prodotto, il nuovo materiale è completamente inodore.

mercoledì 14 aprile 2010

Anche le formiche provengono dall'Africa

L'evoluzione delle formiche? Da rivedere. Fino a oggi gli scienziati pensavano che i primi imenotteri si fossero evoluti in Asia o in America. Oggi, però, una nuova scoperta avvenuta in Africa dice che probabilmente la culla delle formiche è da ricondurre (come per l'uomo) al continente nero. Gli studiosi hanno scoperto una formica imprigionata nell'ambra risalente a 95milioni di anni fa. Prima si pensava che le formiche non avessero più di 92milioni di anni. Siamo in piano Cretaceo, e la terraferma è dominata dai dinosauri. All'epoca la Terra era assai diversa da come siamo abituati a vederla oggi. C'era un supercontinente chiamato Gondwana che allo smembrarsi della Pangea (l'ammasso di terre emerse risalente a 200milioni di anni fa) comprendeva oltre all'Africa anche il Sudamerica, l'India e l'Australia. Gli studiosi dell'Università di Padova spiegano sul Corsera che la scoperta è notevole, tenuto conto del fatto che sono noti fossili di formiche conservati nell'ambra risalenti a 20-45milioni di anni fa, ma non resti così antichi. Le prime formiche videro la luce con lo sviluppo delle angiosperme, la cosiddette piante con fiore. Ma gli insetti, in generale, hanno una storia molto più lontana nel tempo. Gli entomologi che si occupano di evoluzione ritengono che i primi esapodi fecero la loro comparsa nel siluriano, circa 434milioni di anni fa. Si sarebbero originati da artropodi che, dopo aver abbandonato l'ambiente marino, colonizzarono le terre emerse durante l'ordoviciano (495-443milioni di anni fa).

martedì 13 aprile 2010

Bronchiti, allergie, eczemi. Ko con le cure termali

Il potere e la magia delle terme. Ora trova conferma anche nella scienza. Fra non molto, proprio a Milano, sarà, infatti, attivato un master di medicina termale. Partirà nel dicembre 2010. Lo scopo è quello di formare figure professionali che potranno trovare sbocchi lavorativi presso centri termali, talassoterapici e di benessere, veri e propri presidi ospedalieri. Non per niente con circa 65mila addetti e un fatturato complessivo di oltre 3,5miliardi di euro, le aziende termali costituiscono un'importante risorsa dell'economia italiana. Non solo. L'aumento del fatturato delle cure termali - effettuabili in 380 stabilimenti del Belpaese - nel 2009 è stato del 2,5% pari a + 800milioni di euro. Ma perché piacciono così tanto le cure termali? Perché fanno bene. In tutti i sensi. Secondo uno studio francese appena pubblicato sulla rivista Complementary Therapies in Medicine, questo tipo di cura è ottima, per esempio, per gli stati ansiosi. Si è infatti visto che immergersi in bagni termali è addirittura più efficace dell'azione della paroxetina, farmaco che influenza i livelli di serotonina nel cervello, strettamente legati a condizioni di benessere psichico. Alle terme si va anche per migliorare le condizioni di salute concernenti l'apparato respiratorio, la pelle e la circolazione. Con adeguate inalazioni, aerosol, irrigazioni nasali è possibile contrastare efficacemente riniti e sinusiti. Stop anche alle bronchiti con acque sulfuree. A Sirmione è stato da poco inaugurato un centro per i più piccoli con difficoltà respiratorie e allergie. Ha inoltre preso il largo una nuova tecnica chiamata 'Politzer crenoterapico' (che funziona con una specie di oliva in vetro che viene introdotta nel naso per facilitare la respirazione). La pelle viene mantenuta giovane ed elastica grazie alle acque sulfuree o arsenicali ferruginose. Così si combattono molte patologie fra cui psoriasi, eczema, e dermatite seborroica. Per la circolazione, invece, le terme sono raccomandate perché bloccano l'insufficienza venosa, tramite acque carboniche o salsobromoiodiche. Secondo gli scienziati il benessere arrecato dalle terme non è solo salutare, ma anche economico. Gli specialisti hanno, infatti, verificato che chi frequenta i bagni termali spende molto meno in farmaci rispetto a chi evita questo tipo di cura. In questo momento vari centri europei stanno addirittura studiando la possibilità di tenere lontani i tumori grazie alle cure termali, basate sull'azione antibatterica e antinfiammatoria delle acque sulfuree. Altri studi invece stanno facendo luce sul potere terapeutico dei fanghi, per ciò che riguarda la protezione della cartilagine ossea dall'artrite.

La realtà newyorkese secondo Jason Polon

Un blog di grande successo. Quello di Jason Polon. È un ventisettenne newyorkese che, senza farsi vedere, ritrae i passanti della Grande Mela per poi metterli online. Ne ha già ritratti 8.500. Il blog è super cliccato perché molti newyorkesi lo visitano per vedere se sono stati immortalati dall'originale pittore. Non si tratta, in realtà, di autentici quadri, ma solo di schizzi, disegni stilizzati, che Polon realizza in pochi minuti (due al massimo). Polon è attratto soprattutto dalle scene di vita quotidiana: un lavoratore in pausa pranzo che divora al volo un hot dog, una mamma che spinge una carrozzina, un anziano intento a leggere il giornale. E non mancano celebrità come Don DeLillo, immortalato alla Grand Central Station. "Ciò che cerco di riprodurre è l'esperienza newyorkese per eccellenza", dice l'artista, "un moto perpetuo di incredibili diversità". La fama dell'artista newyorkese s'è sparsa a tal punto che in molti ormai richiedono la sua mano su commissione. Basta mandargli una mail e indicare l'ora e il posto in cui si vuole essere ritratti. E poi andare a rivedersi su: http://everypersoninnewyork.blogspot.com/

lunedì 12 aprile 2010

Allarme rifiuti. Entro il 2030 rischiamo di essere sommersi dalla spazzatura hitech

I computer ci seppelliranno? L'immagine è metaforica, tuttavia da qui a una ventina d'anni verranno eliminati così tanti pc da rendere assai difficoltoso il loro corretto smaltimento. Secondo una ricerca condotta da esperti dell'Arizona State University entro il 2030 il numero di computer che ogni anno diverranno obsoleti, raggiungerà quota un miliardo, contro le 180mila unità dei nostri giorni. In questo momento molti scienziati stanno dunque pensando al modo più redditizio per recuperare materiali contenuti nei pc che non si utilizzano più. Anche in un normale computer sono, infatti, presenti importanti componenti che potrebbero essere riutilizzati, compresi frammenti di oro e rame. Il problema - come denuncia una recente indagine di Report - è che i computer vengono smaltiti anche quando sono ancora perfettamente funzionanti. In media il possessore di un pc cambia computer ogni tre anni. Molti di essi finiscono in discariche abusive inquinando pesantemente l'ambiente. Il problema riguarda soprattutto la Cina e altri Paesi in via di sviluppo. Secondo l'Unep, il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, in Cina i rifiuti di vecchi computer aumenteranno del 400% rispetto al 2007, in India del 500%. In Cina si producono ogni anno 2,3milioni di tonnellate di spazzatura tecnologica. "Con la Cina anche l'India, il Brasile, il Messico e altri Paesi subiranno dei danni all'ambiente e alla salute della popolazione se il riciclaggio dei rifiuti tecnologici continuerà ad essere gestito in maniera dilettantantesca", ha rivelato Achim Steiner, direttore dell'Unep.

domenica 11 aprile 2010

A Milano l'esercito di terracotta, una storia iniziata duemila anni fa

Dalla Cina con furore. Arrivano per la prima volta a Milano i famosi guerrieri di Xi'an, del celebre esercito di terracotta risalente a duemila anni fa. Non tutti i 700 guerrieri naturalmente, ma solo una 'delegazione' di 7, fra ufficiali, balestrieri e cavalieri. Sono arrivati in Italia in aereo, all'interno di cassoni blindati. Ogni soldato pesa circa mezza tonnellata. La mostra - intitolata 'I due imperi' - sarà visitabile dal 16 aprile al 5 settembre presso Palazzo Reale. Un'occasione ghiotta che consentirà di mettere a confronto la storia dell'Impero Romano con quella delle dinastie cinesi Qin e Han. L'esposizione prevede, infatti, anche l'allestimento di legionari e centurioni romani marmorei dell'Età di Traiano, in arrivo dai musei archeologici di Roma e Napoli. L'esercito di terracotta venne realizzato per proteggere la tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, nato nel 259 a.C. Si parla di un esercito di circa 8mila guerrieri, vestiti con corazze in pietra e dotati di armi. Solo una minima parte di essi, però, è stata portata alla luce. Con i soldati cinesi gli archeologi hanno scoperto anche 18 carri in legno e 100 cavalli in terracotta. La scoperta risale al 1974 e riguarda un'area di 56mila metri quadrati. Per dare vita all'esercito di terracotta, dovettero lavorare senza interruzione per dieci anni almeno 700mila prigionieri. Tutti in qualche modo dotati di talento artistico. Le statue, non a caso, colpiscono per il loro eccezionale realismo. Gli scultori le ottennero compattando cerchi di argilla in modo da creare un 'tubo toracico' al quale venivano poi aggiunti gli arti.

sabato 10 aprile 2010

Il sessocentrismo dei maschi

Il cervello degli uomini? È inesorabilmente tarato per il sesso. A differenza di quello femminile, maggiormente dedito alle emozioni. È quanto si evince da una ricerca effettuata dagli esperti della Woman's Mood and Hormone Clinic a San Francisco. Il sessocentrismo dei maschi sarebbe dovuto a un mix ormonale e all'influenza della cultura sulla crescita. In particolare testosterone, vasopressina e MIS (sostanza inibitrice Mulleriana) porterebbero il maschio a pensare sempre in quella direzione. Le conclusioni dello studio sono state diffuse nel libro "Il cervello dell'uomo" scritto dalla psichiatra americana Louann Brizendine. "Quando ho raccontato la mia intenzione di scrivere questo libro", rivela Brizendine, "molte persone mi hanno risposto ironiche: 'sara' un testo molto breve. Ciò mi ha reso consapevole del fatto che l'idea che il maschio sia il 'modello base' dell'essere umano è ancora molto pervasiva nella nostra cultura. Il maschio è considerato un essere semplice, la femmina invece più complessa". Non per niente il mondo animale offre spesso una differenza 'cerebrale' abissale fra i due sessi (basti pensare alle api), in favore del sesso femminile. La scienziata ha evidenziato che la parte di materia grigia che si occupa di far vita a sensazioni erotiche e a pensieri impuri è più grande nel maschio rispetto alla femmina. (Ma le donne hanno più sviluppato il lobo frontale che governa le decisioni e la risoluzione dei problemi). "Nel cervello maschile l'impulso sessuale occupa uno spazio, nell'ipotalamo, che è ben due volte e mezzo più grande di quello occupato nel cervello di lei", aggiunge la psichiatra, "e i pensieri sessuali guizzano nel cervello maschile notte e giorno". La tesi avanzata dalla ricercatrice americana trova conferma anche in uno studio diffuso recentemente dall'Università di Chicago. In questo caso gli scienziati hanno sottoposto dei questionari a 6mila persone dai 25 agli 85 anni di entrambi i sessi. Risultato. S'è visto che gli uomini, in generale, hanno una vita sessuale più lunga: può durare fino a 80 anni, al contrario della donna che si ferma a 61. Facoltativo credere al fatto che un uomo pensi al sesso ogni 54 secondi.

venerdì 9 aprile 2010

"Organ printing": la nuova frontiera della medicina

Per oggi è solo fantascienza, ma un domani potrebbe rappresentare la quotidianità in campo medico. Parliamo del primo modello di bioprinter realizzato da studiosi di San Diego, negli Stati Uniti. Si tratta di uno strumento che funziona come una stampante inkjet tridimensionale che in futuro potrebbe servire per disegnare direttamente nel nostro corpo pezzi di rene, fegato, o addirittura un cuore completamente nuovo. Una rivoluzione che consentirebbe di allungare enormemente la vita media dell'uomo e di vincere definitivamente la penuria d'organi. L'argomento è stato affrontato dall'ultimo numero di Wired. "Fino a pochi anni fa la costruzione di organi umani, cellula su cellula, era solo fantascienza", spiega sulla rivista di Riccardo Luna Gabor Forgacs, biofisico dell'Università del Missouri e fondatore e direttore del comitato scientifico di Organovo, la società californiana di medicina rigenerativa che, con l'australiana Invetech, ha sviluppato il primo prototipo di macchina in grado di riprodurre la microarchitettura degli organi umani. "Oggi non più". L'idea di Forgacs è di dare vita a tessuti ex novo a partire da un prelievo di cellule umane, grazie all'aiuto di testine laser: "Ogni goccia di bioinchiostro è composta da decine di migliaia di cellule umane", racconta lo studioso americano. Queste gocce vengono iniettate in particolari fogli biologici di acquagel, fondendosi col substrato. A questo punto le cellule "incastrate" nell'intelaiatura biologica si organizzano fra loro dando vita a nuovi tessuti. "Non siamo ancora in grado di controllare ogni passaggio", ammettono i ricercatori, "tuttavia la natura sa agire anche da sola". Per il momento il lavoro di Forgacs è concentrato sullo sviluppo di vasi sanguigni, ma presto la sua intenzione sarà quella di dar vita a strutture biologiche sempre più complesse, organi funzionamenti pronti per essere sostituiti a un fegato divorato dalla cirrosi epatica o a un polmone devastato dalla nicotina. Si è partiti nel 2003. Difficile fare delle previsioni. Ma Alan Kay, uno degli informatici della Apple, taglia corto dicendo che "il modo migliore per predire il futuro è inventarlo". Intanto l'agenzia federale National Science Foundation ha incoraggiato il progetto di Organ Biofabrication proposto dall'Università del South Carolina da qui al 2014. Lo scopo è quello di creare una rete di centri di ricerca che entro il 2020 possa predisporre un piano per la nascita delle prime strutture finalizzate alla costruzione di organi in laboratorio.

giovedì 8 aprile 2010

La sacra Sindone torna a far parlare di sé in occasione della nuova ostensione

Appuntamento a Torino dal 10 aprile al 23 maggio. La sacra Sindone, il lenzuolo nel quale, secondo la tradizione cristiana, è stato avvolto Gesù dopo la morte, tornerà a essere visibile al pubblico e ai media. L'ultima ostensione risale al 2000, la prima al 1578. In mezzo un numero incredibile di studi, ipotesi, teorie per far chiarezza sulla sua autenticità. Secondo alcuni esperti sono almeno 700 le ricerche che hanno tentato di dare una spiegazione definitiva al mistero della sacra Sindone. I fedeli non hanno dubbi: in quel sudario fu avvolto il Figlio di Dio. La chiesa, invece, non si pronuncia più di tanto, evitando di schierarsi apertamente. Anche se papa Pio XI e papa Giovanni Paolo II hanno ammesso di crederci. Consente, però, il culto. Decisamente più scettici gli scienziati, convinti che il sudario non abbia nulla a che vedere con Gesù. Gli studiosi si basano soprattutto sulla datazione al carbonio 14, effettuata secondo un rigido protocollo (non rispettato) da tre istituti, in Inghilterra (Oxford), Stati Uniti (Tucson) e Svizzera (Zurigo) con lo 'spettrometro di massa'. 300 i microgrammi di tessuto rimosso e suddivisi in più parti. Tutti sono giunti allo stesso risultato: la sacra Sindone è un telo risalente a un'età compresa fra il 1260 e il 1390. Il sudario più famoso della storia, non per niente, fece la sua improvvisa comparsa nel 1353. La sacra Sindone venerata sarebbe dunque frutto di un grosso equivoco? Così la pensa Yves Delage, zoologo francese del secolo scorso: "Si è introdotta senza necessità una questione religiosa in un problema che, in sé, è puramente scientifico, con il risultato che le passioni si sono scaldate e la ragione è stata fuorviata", rivela Delage. In realtà c'è chi parla di complottismo e trame oscure ai limiti dello spionaggio. Secondo il Sunday Telegraph, venne elargito un milione di sterline al laboratorio di Oxford da "quarantacinque uomini d'affari" per dimostrare che la Sindone torinese è un falso medievale. Buio anche sulla morte di Timothy W. Linick, 42enne ricercatore dell'Università dell'Arizona, una delle firme dell'articolo originale pubblicato su Nature, in cui si diceva che la reliquia di Torino è una bufala. Mentre Williard Frank Libby (l'ideatore della tecnica del carbonio 14) ha sempre detto che il metodo da lui inventato non può essere preso in considerazione per stimare l'età della Sindone, perché non tiene conto delle numerose contaminazioni subite dall'antico tessuto: negli anni il sudario con impresso il profilo di una persona crocefissa è stato conservato male, esposto al fumo delle candele e dell'incenso, utilizzato come panno per celebrare la messa. Non è poi mai stata smentita l'ipotesi di una possibile manipolazione dei reperti prima delle analisi. È il parere del sindonologo padre Bruno Bonnet-Eymard, convinto che Michael Tite, il garante del British Museum, incaricato di reperire i campioni di controllo (fra cui il frammento di un tessuto risalente all'epoca di Cristo), non si sia comportato rettamente. C'è infine da citare un fatto che non è mai stato reso noto. Nel 1982, sei anni prima del test ufficiale, venne condotto un test segreto sulla sacra Sindone. Se ne occupò l'esperto di mineralogia George Rossman, del California Institute of Technology, tramite un analizzatore a risonanza ionica ciclotronica. Risultato. Il frammento che aveva fra le mani era rappresentato da due tessuti differenti. Una parte contaminata risalente al 1200, e un'altra originale del… 200 d.C.

Un video a favore della veridicità della Sindone:



Alcune curiosità:

- La sacra Sindone misura 437 centimetri in lunghezza e 111 centimetri in larghezza
- È un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino dal 1578, quando vi arrivò da Chambéry
- Sul sudario è visibile l'immagine di un uomo crocefisso
- L'elaborazione al pc ha mostrato che l'immagine ha proprietà tridimensionali
- Dal 1983 è proprietà della Santa Sede
- Cominciò a sorprendere un secolo fa quando, per la prima volta, venne fotografata da Secondo Pia nel 1898
- Pia si accorge che può essere 'letta' come un negativo fotografico
- Le analisi sulle tracce di sangue hanno indicato la presenza di sangue umano del tipo AB

Per info: http://sindone.weebly.com/

mercoledì 7 aprile 2010

LA DEPRESSIONE E' UN'INVENZIONE?

Era come se la mia testa non fosse mia, ma di qualcun altro, come se fossi continuamente altrove. Non ero soddisfatto della mia vita e del calcio, cioè del mio lavoro. Mi tremavano le gambe all'improvviso. Un periodo davvero cupo". Gigi Buffon, numero uno della Juventus e della nazionale, racconta così l'esperienza della depressione. Non è solo, nella schiera dei vip che hanno conosciuto il 'male oscuro', il buio della vita, quel senso cupo di inadeguatezza: potrebbero dire la loro Raoul Bova, Elenoire Casalegno (nella foto), Aida Yespica… Ma oggi c'è chi solleva una voce contro. Straconvinto che il cosiddetto 'male oscuro', in realtà, altro non sia che un'invenzione. Una creazione dei media e delle case farmaceutiche. Chi la pensa così è Gary Greenberg, psicoterapeuta di 52 anni del Connecticut (Stati Uniti): ha dato alle stampe il libro "Manufacturing Depression. The secret history of a modern disease". In pratica per lo specialista americano la depressione non esiste. E quindi che senso hanno i farmaci per curarla, 10miliardi di dollari l'anno di fatturato solo negli Stati Uniti? Greenberg è approdato a queste conclusioni dopo aver curato per 26 anni pazienti caratterizzati da disordini mentali, aver sofferto lui stesso del 'male oscuro', ed essersi sottoposto in prima persona a test per accertare la validità di particolari farmaci. Lo scienziato accusa gli psichiatri dicendo che, da almeno cinquant'anni, vendono "menzogne". Come questa: "La depressione è una patologia causata da uno squilibrio biochimico del cervello trattabile efficacemente con farmaci come il Prozac". "Non è vero o, meglio, è vero solo in parte", sentenzia Greenberg. "In questo modo s'illudono le persone dell'esistenza di una pillola magica in grado di far sparire dolore e sofferenza, mentre tutti sappiamo che non è così". Lo psicoterapeuta del Connecticut non esclude che ci siano pazienti realmente vittime di squilibri biochimici, tuttavia è convinto che la maggior parte dei depressi, siano solo delle persone che "per colpa dell'azione dei media, si sentono infelici perché credono che esistano individui più felici di loro". I dati, in ogni caso, parlano chiaro. Negli ultimi decenni l'impiego di medicinali per combattere i disturbi dell'umore è cresciuto vertiginosamente. Nel 1987 quando il Prozac e altri SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono stati immessi sul mercato, 'solo' il 44,6% degli adulti trattati per depressione assumeva medicinali. Un decennio più tardi si è arrivati al 79,4%. Oggigiorno la percentuale rasenta il 100%, tanto che per molti specialisti moderni risulta impensabile curare la depressione senza 'pillole della felicità'. Per quanto riguarda l'Italia, il consumo di psicofarmaci ha subito un'impennata soprattutto negli anni Ottanta (+ 65,9% fra il '75 e il '91). Secondo Greenberg gli psicofarmaci si utilizzano a sproposito perché siamo abituati a male interpretare il significato della depressione. Quest'ultima viene, infatti, percepita come un 'male' a tutti gli effetti, da debellare, quindi, con delle medicine, come se fosse il diabete o il sintomo di un agente virale. Invece si dovrebbe cominciare a vederla come una specie di 'rinascita', necessaria per progredire e maturare a livello psicologico. "È sbagliato assimilare le persone a meri meccanismi biologici", sottolinea Greenberg. Bisognerebbe, aggiunge, ritornare a vivere la sofferenza umana come si faceva un tempo, quando la quotidianità, a causa dell'alta mortalità e della mancanza di agi, veniva accettata per quella che era, una 'valle di lacrime' a tutti gli effetti. D'accordo con la tesi di Greenberg è Elio Frattaroli, psichiatra della Pennsylvania e autore del libro "Healing the Soul in the Age of the Brain". "La nostra cultura ha un atteggiamento errato nei confronti dei disturbi dell'umore", rivela lo scienziato statunitense. "Dobbiamo iniziare a interpretare le emozioni dolorose come un processo di guarigione dell'anima". Un processo naturale, quindi, nel quale i farmaci non sono contemplati. Naturalmente non tutti la vedono così. Anzi. La maggior parte degli scienziati ritiene doveroso prendere con le pinze le affermazioni di Greenberg. Giovanni Battista Cassano dell'Università di Pisa, per esempio, è convinto del fatto che la depressione possa essere debellata efficacemente coi farmaci, ma anche con la psicoterapia: "Non c'è dubbio che in questi ultimi anni ci sia stata una prescrizione impropria ed eccessiva degli antidepressivi", spiega al nostro settimanale Cassano. "L'orientamento attuale, però, è quello di migliorare le prescrizioni senza crociate, né contro né a favore. Non tutte le forme depressive rispondono ai trattamenti farmacologici e il problema innanzitutto è quello della diagnosi. La depressione, come malattia del cervello, è una sofferenza e basta, e come altre malattie può essere curata con il farmaco e con la psicoterapia". Più radicale l'opinione di Peter Kramer, psichiatra di formazione freudiana, recentemente convertitosi alla terapia farmacologica, e autore del bestseller "Listening to Prozac". Lo studioso esalta le qualità degli psicofarmaci, partendo dal presupposto che la depressione è una malattia a tutti gli effetti che colpisce il cervello: "Certo, ci sono delle cause esterne che possono innescare la malattia, ma ci sono prove schiaccianti che la depressione ha una causa biochimica". Per capire infine la validità o meno degli psicofarmaci è utile considerare uno studio effettuato recentemente da Irving Kirsch della Hull University. Lo scienziato ha analizzato 47 trial clinici in cui l'effetto di medicinali come il Prozac veniva messo a confronto con 'innocue' pillole zuccherate. Alla fine si è visto che per i casi lievi di depressione l'effetto dei farmaci e del placebo sono pressoché identici, mentre i medicinali danno dei risultati solo nei casi più gravi. È la prova che oggi si tende a somministrare sempre e comunque psicofarmaci, quando in realtà in molti casi una passeggiata in campagna con un amico, potrebbe fare meglio di qualunque medicina. In ogni caso è bene che, i pazienti sottoposti (in questo momento) a trattamento farmacologico per disturbi della sfera affettiva, continuino a seguire le terapie assegnate dal proprio medico, indipendentemente da chi è contrario a questo tipo d'intervento.

Intervista a Marco Menchetti, professore di psichiatria dell'Università di Bologna

Come possiamo definire in due parole la depressione?
La depressione è una malattia caratterizzata dalla presenza di sintomi come umore depresso, diminuzione d'interesse verso tutte le attività, inappetenza, disturbi del sonno, mancanza di energie, sentimenti di colpa, diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, rallentamento psicomotorio.

Quanti di questi sintomi devono essere presenti per poter parlare di depressione?
Almeno cinque devono essere presenti in maniera continuativa, per almeno due settimane e causare una compromissione significativa del funzionamento sociale, lavorativo, scolastico o di altre aree importanti.

Esistono però varie forme di depressione…
Certamente. Nelle forme lievi di depressione il paziente presenta cinque o sei fra i sintomi citati e la qualità della vita è solo parzialmente compromessa. Nelle forme gravi, invece, il paziente presenta tutti i sintomi, e una compromissione importante del funzionamento sociale e lavorativo.

La depressione può essere confusa con la tristezza?
La depressione non deve essere confusa con sentimenti di tristezza legati naturalmente agli eventi "no" della vita. In questo caso, infatti, il disagio è spesso fluttuante o di breve durata e si risolve rapidamente qualora sia possibile rimuovere la situazione negativa.

Come possiamo, dunque, distinguere una forma depressiva da un periodo di tristezza 'fisiologico'?
La depressione colpisce, lo ribadiamo, con sintomi specifici, che spingono la persona a perdere interesse verso molte attività, a pensare o a concentrarsi con difficoltà… La qualità tutta della vita subisce un duro contraccolpo. La durata del disagio è maggiore rispetto a un 'normale' periodo di tristezza. E non si risolve facilmente, anche se l'evento stressante si esaurisce.

(Servizio pubblicato sul n°14 di OGGI)

Discovery raggiunge la Stazione spaziale internazionale

Missione compiuta. Lo shuttle Discovery ha agganciato la Stazione spaziale internazionale (Iss), 344 chilometri al di sopra dei Caraibi. Il contatto è avvenuto alle 3.44 del mattino, le 9.44 in Italia. Lo ha annunciato poco fa la Nasa. La missione denominata STS-131 durerà 13 giorni e consentirà la consegna di 8 tonnellate di approvvigionamenti e materiali. Inoltre sono previste tre passeggiate spaziali (di oltre sei ore) per una serie di operazioni di manutenzione della Iss. Si tratta di una delle ultime missioni dello shuttle (è il quartultimo lancio) che entro fine anno andrà in pensione. Poi si continuerà a 'navigare' nel cosmo tramite le capsule russe Soyuz, e forse alcune compagnie statunitensi private. In attesa che la Casa Bianca s'inventi qualcosa di nuovo per l'esplorazione spaziale. Il Discovery era partito due giorni fa con 7 astronauti, fra cui 3 donne, dal Kennedy Space Center. Al comando Alan Poindexter. In questo momento nello spazio ci sono ben tredici esseri umani.

Gatti & allergie

Non sono solo gli uomini a essere allergici ai gatti. È vero anche il contrario. I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno, infatti, dimostrato che in presenza di esseri umani, alcuni gatti cominciano a starnutire. Secondo gli esperti le principali cause delle reazioni allergiche dei felini che vivono in stretto contatto con l'uomo, sono il fumo di sigarette, la forfora, la polvere domestica. Le stime dicono che soffre d’asma un micio su duecento, con percentuali più alte tra le razze orientali come i siamesi. È stato infine dimostrato che la riduzione del 50% del diametro dei bronchi in un gatto affetto da asma, può ridurre di 16volte il passaggio dell’aria. In questo momento, Nicki Reed, a capo della ricerca, sta studiando una terapia per alleviare i disturbi dei felini. La notizia torna utile anche agli italiani: nel nostro Paese, secondo le stime dell'Eurispes, ci sono circa 8milioni di gatti domestici.

Pasqua finita, tutti a dieta

Finite le vacanze pasquali gli italiani si mettono a dieta. Ogni italiano ha, infatti, messo su almeno un chilo in questi giorni. Secondo Coldiretti gli abitanti del Belpaese hanno consumato 6milioni di chili di colombe artigianali, 40milioni di uova di cioccolato, 10milioni di chili di carne di agnello e 400milioni di uova di gallina. Spesa complessiva stimata: 1,3miliardi di euro solo per il pranzo pasquale.

martedì 6 aprile 2010

Scoperto l'anello mancante fra l'Homo habilis e le forme australopitecine

Giovedì verrà mostrato per la prima volta al pubblico e alla stampa lo scheletro perfettamente conservato di un ominide a metà strada fra l'Homo habilis e le forme australopitecine. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare la storia dell'antropologia. Mai prima d'ora, infatti, erano emerse tracce relative al fantomatico anello mancante fra il genere Homo e l'Australopithecus. Il reperto - rappresentato da un bacino e da arti interi riconducibili a un giovanissimo ominide - è stato individuato in Sudafrica e risale a circa 2milioni di anni fa. Protagonista della scoperta Lee Berger (nella foto a sinistra), dell'Università di Johannesburg. Entusiasmo da parte di tutti i principali scienziati che si occupano di evoluzionismo. In particolare Philip Tobias, antropologo dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg parla di una scoperta "meravigliosa ed emozionante". La notizia è stata divulgata oggi dal Daily Mail. Il giornale dice che è stato scoperto l'anello mancante fra noi e le scimmie. In realtà questa considerazione è inappropriata perché le forme australopitecine rappresentano già una conquista evolutiva verso il genere Homo, e quindi non possono essere considerate delle scimmie a tutti gli effetti. Stando alle conoscenze attuali, il vero anello di congiunzione fra noi e gli altri primati è dunque rappresentato da Ardi, l'Ardipithecus ramidus, ufficializzato da Science il 2 ottobre 2009, risalente a 4,4milioni di anni fa (di cui anche Spigolature s'è occupato: http://gianlucagrossi.blogspot.com/2009/10/ecco-il-papa-di-tutti-noi.html)
La mail per contattare il professor Berger: Lee.berger@wits.ac.za

lunedì 5 aprile 2010

Terremoto di magnitudo 7,2 colpisce il Messico. Udito il sisma anche a Los Angeles


Una scossa di magnitudo 7,2 ha provocato due morti e 100 feriti nello stato di Baja California, nel nordest del Messico. Colpita soprattutto la città di Mexicali dove molti edifici sono stati danneggiati e sono saltate le linee elettriche. L'epicentro del terremoto è stato localizzato dagli esperti dell'Istituto geofisico americano a una decina di chilometri di profondità nella zona di Guadalupe Victoria, località messicana a circa cento chilometri dal confine con gli Stati Uniti. Il terremoto si è verificato alle 15.40 (ora locale), le 00.40 di oggi in Italia. È dal 1969 che non si registra un sisma così potente nella zona, più forte di quello che ha sconvolto Haiti a gennaio (di magnitudo 7). Dopo la forte scossa iniziale ce ne sono state altre 18 di minore intensità. Secondo il Los Angeles Times lo sciame sismico ha contrassegnato anche varie città statunitensi fra cui San Diego e Los Angeles. Gli esperti dicono che nei prossimi giorni ci potrebbe essere una forte scossa di assestamento nella zona, per riequilibrare le dinamiche geotettoniche sconvolte dall'ultimo evento sismico.

domenica 4 aprile 2010

Il miglior giocattolo del secolo

Il Lego? Nonostante gli anni continua a essere il gioco preferito dai papà inglesi. Lo dice un sondaggio diffuso in questi giorni dalle pagine del Telegraph. Inventati nel 1932 dal carpentiere danese Ole Kirk Christiansen, i mattoncini di plastica multicolore che s'incastrano e che hanno rappresentano la gioia d'intere generazioni di bambini, sono ancora oggi considerati il miglior giocattolo in circolazione da 1.000 adulti di età superiore ai 25 anni. Sempre in Inghilterra, il Lego è stato definito il gioco del secolo. La prestigiosa onorificenza gli è stata conferita dai membri della British Association o Toy Retailers (BATR). Qualche curiosità: Lego in danese vuol dire “gioca bene”; dal 1949 al 1998 sono stati prodotti 203miliardi di mattoncini; i colori più diffusi sono rosso, giallo, blu, nero, bianco e grigio chiaro; nel 1992, usando prodotti Lego, furono stabiliti due record nel Guinness dei primati: un castello di 4,45metri di altezza, per 5,22 metri di lunghezza, e una ferrovia lunga 545metri con tre locomotive; negli ultimi cento anni solo altri due giochi hanno potuto competere con il Lego: il Monopoli e lo “yo – yo”.

sabato 3 aprile 2010

Lotta alla fame del mondo con un'alga risalente all'Archeano

È l’idea di un team di ricercatori di Ginevra per vincere la fame nel modo. Si basa sulla coltivazione di una particolare alga, in speciali vasche da 20metri quadrati. Secondo gli specialisti d'oltralpe una soluzione del genere vale molto di più che spedire in modo discontinuo e disorganizzato derrate alimentari tradizionali nei paesi sottosviluppati. L’alga presa in esame, la spirulina, dal colore verde azzurro che vive sul nostro pianeta da oltre tre miliardi e mezzo di anni (risale all'Archeano), ha un potere nutrizionale notevole. In essa si trovano abbondanti proteine (il 50% in più della soia, alimento vegetale fortemente nutriente), vitamine, ferro, calcio. Secondo gli scienziati della Antenna Technologies (AT) la coltivazione della spirulina potrebbe peraltro avvenire in luoghi dove spesso le condizioni igieniche sono precarie: il vegetale cresce in acque fortemente basiche che non consentono la proliferazione di parassiti, batteri e altri microrganismi nocivi alla salute. Stando ai dati forniti dall’Unicef sono 300milioni i bambini colpiti da malnutrizione nel mondo e circa 36mila quelli che muoiono ogni giorno. Carenze alimentari e mancanza di cure adeguate pregiudicano la crescita del bambino nei primi anni di vita. Nei Paesi in via di sviluppo il 39% dei piccoli sotto i 5 anni è affetto da rachitismo, mentre sono oltre 170milioni quelli sottopeso. Eppure, dicono gli esperti di AT, basterebbero appena 1 o 2 grammi di spirulina al giorno da somministrarsi per un mese per mantenere in buona salute un gran numero di loro. Il problema è che non tutti conoscono questa chance: “Oltre a noi, soltanto tre o quattro organizzazioni non governative hanno perfezionato la tecnica di produzione di spirulina, adattandola alle condizioni di vita, al clima e alle risorse delle regioni bisognose", rivela Denis von der Weid, direttore di Antenna Technologies (AT). "Attualmente siamo attivi in una dozzina di paesi e dei nostri programmi beneficiano almeno 30 mila bambini”.
Per info: http://www.antenna.ch/

venerdì 2 aprile 2010

Il gelo del Dryas recente provocato dall'esplosione di una cometa

13mila anni fa si estinsero all'improvviso molte specie animali. Gli scienziati da sempre si chiedono il motivo di questo evento, ma non sono ancora riusciti a dare una risposta esaustiva. Oggi, però, grazie alle ricerche di Bill Napier dell'Università di Cardiff, scopriamo che probabilmente la sparizione repentina di piante e animali avvenuta nel periodo chiamato dai geologi Dryas recente, potrebbe essere stata provocata dall'esplosione di una cometa nei cieli del Canada: lo confermerebbero i numerosi ritrovamenti di polvere di diamanti riscontrati in strati geologici risalenti a 13mila anni fa. Il fenomeno avrebbe determinato una 'grandinata' di detriti che si sarebbe protratta per circa un'ora provocando incendi immani, riconducibili a impatti di bombe nucleari. Il contatto con la cometa avrebbe pertanto oscurato l'azione solare, provocando un abbassamento repentino delle temperature e determinando una mini era glaciale. "Alla luce di un'ipotesi del genere possiamo spiegare con successo l'estinzione di molti animali avvenuta nell'11mila a.C., compresi i mammut", dice Napier. "Mentre perde consensi la teoria di un solo impatto, impossibile da mettere in relazione con i numerosi processi di combustione che contraddistinsero l'America del nord alla fine del Pleistocene". La conferma del raffreddamento planetario avvenuto 13mila anni fa, arriva anche dai carotaggi effettuati in Groenlandia. Grazie a queste operazioni è stato possibile stabilire che la temperatura nel Dryas recente era di circa 5°C inferiore a quella odierna.

giovedì 1 aprile 2010

Matematica al servizio della cardiologia

Una buona notizia dal mondo della cardiologia: a Milano la mortalità per infarto è scesa dall'8,9% del 2008 al 3,8% del 2010. Tutto merito di interventi sempre più rapidi e corretti e dei modelli matematici messi a punto dal Politecnico di Milano. "Due anni fa il laboratorio Mox del Politecnico milanese", dice Anna Panagoni, responsabile dello studio, "ha sviluppato modelli matematici per razionalizzare gli interventi di soccorso giungendo a sorprendenti risultati". Per esempio si è visto che - contrariamente a quanto si pensa - recarsi in ospedale per conto proprio al sopraggiungere dei primi sintomi della crisi coronarica "fa perdere molto tempo". "L'ideale è quindi chiamare sempre il 118 quando compaiono le prime avvisaglie di un attacco cardiaco", rivela la ricercatrice meneghina. Inoltre le stime matematiche hanno messo in luce che è molto utile adottare le unità mobili di elettrocardiogramma per la diagnosi immediata. Lo studio del Politecnico, comunque, non finisce qui. I dati raccolti fino a oggi, infatti, serviranno per il progetto "Imaste" in corso dal 2009. Scopo di questa iniziativa, finanziata dalla Regione Lombardia e dal Ministero della Salute, è migliorare i registri clinici e i database della Regione per avere un quadro superpreciso dell'andamento degli attacchi cardiaci in Lombardia. A livello nazionale le statistiche dicono che un paziente su due colpito da infarto decede prima di arrivare in ospedale. Ma una volta raggiunto il nosocomio, le probabilità di farcela sono molto alte: 9 volte su 10 il paziente viene infatti salvato. I medici dicono che le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima causa di morte (44% di tutti i decessi). In media si registra un infarto ogni 6 minuti. Ogni anno sono colpite da infarto 200mila persone. Fra i principali fattori di rischio si ricordano la predisposizione genetica, l'abitudine al fumo, l'ipercolesterolemia e l'obesità.