venerdì 9 aprile 2010

"Organ printing": la nuova frontiera della medicina

Per oggi è solo fantascienza, ma un domani potrebbe rappresentare la quotidianità in campo medico. Parliamo del primo modello di bioprinter realizzato da studiosi di San Diego, negli Stati Uniti. Si tratta di uno strumento che funziona come una stampante inkjet tridimensionale che in futuro potrebbe servire per disegnare direttamente nel nostro corpo pezzi di rene, fegato, o addirittura un cuore completamente nuovo. Una rivoluzione che consentirebbe di allungare enormemente la vita media dell'uomo e di vincere definitivamente la penuria d'organi. L'argomento è stato affrontato dall'ultimo numero di Wired. "Fino a pochi anni fa la costruzione di organi umani, cellula su cellula, era solo fantascienza", spiega sulla rivista di Riccardo Luna Gabor Forgacs, biofisico dell'Università del Missouri e fondatore e direttore del comitato scientifico di Organovo, la società californiana di medicina rigenerativa che, con l'australiana Invetech, ha sviluppato il primo prototipo di macchina in grado di riprodurre la microarchitettura degli organi umani. "Oggi non più". L'idea di Forgacs è di dare vita a tessuti ex novo a partire da un prelievo di cellule umane, grazie all'aiuto di testine laser: "Ogni goccia di bioinchiostro è composta da decine di migliaia di cellule umane", racconta lo studioso americano. Queste gocce vengono iniettate in particolari fogli biologici di acquagel, fondendosi col substrato. A questo punto le cellule "incastrate" nell'intelaiatura biologica si organizzano fra loro dando vita a nuovi tessuti. "Non siamo ancora in grado di controllare ogni passaggio", ammettono i ricercatori, "tuttavia la natura sa agire anche da sola". Per il momento il lavoro di Forgacs è concentrato sullo sviluppo di vasi sanguigni, ma presto la sua intenzione sarà quella di dar vita a strutture biologiche sempre più complesse, organi funzionamenti pronti per essere sostituiti a un fegato divorato dalla cirrosi epatica o a un polmone devastato dalla nicotina. Si è partiti nel 2003. Difficile fare delle previsioni. Ma Alan Kay, uno degli informatici della Apple, taglia corto dicendo che "il modo migliore per predire il futuro è inventarlo". Intanto l'agenzia federale National Science Foundation ha incoraggiato il progetto di Organ Biofabrication proposto dall'Università del South Carolina da qui al 2014. Lo scopo è quello di creare una rete di centri di ricerca che entro il 2020 possa predisporre un piano per la nascita delle prime strutture finalizzate alla costruzione di organi in laboratorio.

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