martedì 11 maggio 2010

Il mistero della bambina che non invecchia mai

L'hanno soprannominata la ragazza che non invecchia mai. Per questo, un team di scienziati americano, intende far luce sulle sue caratteristiche genetiche, in modo da comprendere il segreto dell'invecchiamento umano e sviluppare nuove terapie per fronteggiare tipiche malattie della terza età come l'Alzheimer e il Parkinson. Brooke Greenberg ha diciassette anni ma vive nel corpo di una bimba di appena 1 anno: è alta 75 centimetri, pesa 7 chili, e ha ancora i denti da latte. Gesticola, si fa capire, percepisce i suoni, ma non spiaccica parola. Appena nata - a Reistertown, vicino a Baltimora, negli Stati Uniti - sembrava una bimba normalissima, poi però sono subentrati numerosi problemi di salute che hanno obbligato i genitori a rivolgersi ad alcuni specialisti: la piccola è spontaneamente guarita da un tumore al cervello e da 7 ulcere perforanti. In breve si accorgono che la bambina non cresce come dovrebbe. Le uniche parti anatomiche a svilupparsi regolarmente sono le unghie e i capelli. Per il resto, ogni parte del corpo, sembra crescere in autonomia. Danno la colpa alla cosiddetta sindrome dell'X fragile: malattia genetica causata dalla mutazione del gene FMR1, che provoca ritardo mentale, scarso sviluppo muscolare, movimenti stereotipati. Viene sottoposta a una serie di terapie ormonali. Ma non si arriva da nessuna parte: il mistero della bimba che non invecchia continua ancora oggi, offrendo lo spunto per studi che potrebbero portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per contrastare il fisiologico invecchiamento dell'uomo: "Noi pensiamo che il caso di Brooke rappresenti una grande opportunità per comprendere e approfondire i processi di invecchiamento", rivela Richard Walker professore dell'University of South Florida School of Medicine. "Crediamo che la bimba sia caratterizzata da una particolare mutazione genetica che in qualche modo si contrappone al normale sviluppo psicofisico di un organismo". Alla luce di ciò gli scienziati stanno analizzando ogni singola cellula di Brooke. La speranza è quella di decifrare nel dettaglio il suo corredo genetico per poi confrontarlo con quello di una persona normale. Da qui potrebbero emergere differenze notevoli sulle quali agire per sviluppare farmaci che possano bloccare le malattie tipiche della terza età.

Il video di Brooke...

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