mercoledì 23 giugno 2010

Dagli Inuit il segreto per vivere cent'anni


Non muoiono quasi mai di infarto e ictus, i loro capelli rimangono folti e neri fino alla morte, e in più sono sempre di buonumore. Sono gli Inuit, ovvero gli eschimesi, da diversi anni al centro dell’attenzione di studi condotti da team scientifici internazionali, che cercano di risalire alla base delle loro caratteristiche fisiologiche per poter ricavare nuove cure e tecniche di prevenzione di cui tutti possano beneficiare. Gli Inuit, popolazione dell’America settentrionale di circa 40 mila individui stanziata sulle coste artiche dell’America e nella penisola dei Čukči in Asia, devono la loro salute di ferro in gran parte all’alimentazione, spiegano i ricercatori delle Università di Harvard e di Tromso, in Norvegia. La loro dieta, basata principalmente sul pesce, determina l’accumulo dei cosiddetti grassi omega–3, che hanno in pratica il potere di mantenere giovani le arterie: gli esperti hanno verificato che in media l’apparato circolatorio di un europeo o di uno statunitense di 30 anni, corrisponde a quello di un eschimese di 50 o 60 anni. Tanto per intenderci il rapporto con gli italiani per consumo di pesce è di 15 a 1; essi consumano annualmente e individualmente quasi 150 chili di pesce, gli italiani a malapena 10 chili. Si stima per questo che il rischio degli eschimesi di sviluppare malattie cardiache e dei vasi è di circa 10 volte inferiore a quello delle popolazioni europee. Gli omega–3 sono specificatamente in grado di abbassare il livello dei trigliceridi nel sangue, fattore di rischio per l’aterosclerosi, di esercitare un’azione antiaggregante piastrinica, che contrasta il rischio di trombosi, e sembra intervenire anche nella riduzione della pressione arteriosa. Studi recenti hanno inoltre dimostrato il loro potere nel tenere sottocontrollo il numero dei battiti cardiaci, le reazioni infiammatorie, malattie come l’asma e l’artrite reumatoide, e addirittura i tumori. Per quanto riguarda la depressione gli eschimesi si può dire che non sappiano neanche cos’è in quanto gli omega–3 favoriscono la vitalità delle cellule del sistema nervoso, stabilizzando il tono dell’umore. Ultima qualità sorprendente degli Inuit è quella di invecchiare con tanti capelli, e soprattutto di non aver bisogno di tinte per contrastare l’imbiancamento. Qui la loro fortuna è quella di essere contraddistinti da una eccezionale ricchezza in melanima. Tra gli alimenti infine più ricchi di grassi omega–3 si ricordano il salmone, lo sgombro, le sardine, le aringhe, le alici, il tonno, ma anche le noci e l’olio di semi di lino. Il pesce è oltretutto consigliato in quanto le sue proteine sono di ottima qualità, contengono abbondanti quantità di aminoacidi essenziali e sono molto digeribili ad ogni età. Le specie ittiche e i frutti di mare sono contraddistinti in generale da un quantitativo minore di grassi e calorie a parità di peso rispetto alle carni di manzo, pollo e maiale. Il contenuto di grassi del pesce varia in base alla specie e alla stagione. I crostacei e il pesce bianco (merluzzo, gamberetti, sogliola) contengono pochissimi grassi; meno del 5%. Il grasso nei pesci che ne sono più ricchi, varia tra il 5 e il 25%; sardine e tonno (5-10%), aringhe, acciughe, sgombri, salmone (10-20%) e anguilla (25%).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ETA media Inuit...30-40 anni!!!

Anonimo ha detto...


Quindi la loro alimentazioe non è migliore della nostra anzi