mercoledì 9 marzo 2011

200 volte più "potente" dello zucchero


L'aspartame è un dolcificante artificiale impiegato nell'industria alimentare. Lo troviamo nelle bibite gassate, nei chewing-gum, nelle gelatine, nei dessert, nelle caramelle. È molto utilizzato anche nei prodotti dietetici: nonostante le sue caratteristiche dolcificanti, infatti, non fornisce calorie. La sua scoperta avviene in modo del tutto casuale, un classico caso di serendipity (neologismo indicante la sensazione percepita quando si scopre qualcosa di bello, cercando tutt'altro). Protagonista della scoperta il chimico James M. Schlatter, al lavoro presso la ditta G.D. Searle & Company, in Illinois, attiva dal 1885. Corre l'anno 1965. Schlatter passa ore e ore in laboratorio alla ricerca di un farmaco che possa guarire o migliorare l'ulcera, malattia che colpisce le mucose del tratto digerente esposte all'azione dei succhi gastrici. Lavora con due aminoacidi: acido aspartico e fenilalanina. Il primo è un amminoacido polare che nel cervello dei mammiferi si comporta come un neurotrasmettitore eccitante: è stato isolato dall'asparago, ortaggio dalle particolari proprietà diuretiche. La fenilalanina è un amminoacido aromatico, contenuto nella maggior parte delle proteine animali e vegetali: fra i suoi ruoli c'è quello di governare il rilascio di importanti ormoni intestinali e di regolare la biosintesi degli ormoni tiroidei. In un test arriva ad ottenere una sostanza cristallina che si prende la briga di assaggiare. È dolce: di una dolcezza duecento volte superiore allo zucchero tradizionale. Nasce così l'aspartame. La scoperta viene subito considerata di grande importanza dall'azienda americana, tanto che i responsabili si muovono immediatamente per chiedere l'autorizzazione a commerciarlo. La Food and Drug Administration (FDA), l'ente americano che governa il mercato di farmaci e alimenti, autorizza per la prima volta la produzione di aspartame il 26 giugno 1974. Ma sono pochi i prodotti che possono contenerlo: alcuni studi hanno, infatti, messo in evidenza che la sostanza isolata da Schlatter, potrebbe essere pericolosa per la salute umana. Test condotti su giovani scimmie da Harold Waisman, biochimico dell'Università del Wisconsin, provano che l'aspartame assunto per lungo tempo provoca problemi allo sviluppo. Studi analoghi effettuati sui topi mettono in relazione il dolcificante artificiale con gravi patologie cerebrali. Preoccupa la tossicità del metanolo, che viene liberato nell'intestino quando il gruppo metilico dell'aspartame incontra l'enzima chimotripsina. Ancora oggi l'aspartame non ha vita facile. L'Istituto Ramazzini di Bologna ha recentemente condotto uno studio sui topi rilevando il legame fra l'insorgenza di certi tipi di tumore e il consumo di aspartame. Ma ci sono molte ricerche che affermano esattamente il contrario e che, cioè, la sostanza di Schlatter è assolutamente innocua: in questi casi si fa spesso riferimento a test giudicati inattendibili, perché effettuati somministrando dosi inappropriate alle cavie animali. In ogni caso è dal 1996 che la FDA ha approvato l'utilizzo dell'aspartame per ogni tipo di prodotto alimentare.

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