giovedì 13 dicembre 2012

Giovani bevitori (dal palato fine)



Sempre più i giovani bevono vino. In particolare c’è stato un netto incremento del consumo della bevanda alcolica da parte delle donne e dei laureati. La ricerca svolta da Ac Nielsen, e commissionata da Caviro, primo produttore italiano di vino daily, afferma che il 72,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni consuma regolarmente vino: il 58,4% degli appartenenti al gentil sesso, che dichiara di berlo solo fuori casa nel 23% dei casi, e il 58,7% dei laureati. Questi ultimi vivono l’approccio con il vino anche da un punto di vista “intellettuale”. Per essi è infatti indispensabile documentarsi sulla marca del vino (determinante per il 58,7% del campione), sul prezzo che non deve essere proibitivo (55,9%), e sulla produzione (51,2%). Simili dati, dicono gli esperti, sono in contrasto con il fatto che - come si evince da numerose ricerche effettuate sul territorio - dal 1971 al 2004 il consumo pro-capite in Italia di vino è calato da 110 a 49 litri. Perché, dunque, il consumo di vino diminuisce in generale tra la popolazione, ma aumenta tra i giovani, soprattutto fra i più colti e di sesso femminile? La risposta arriva da Roberto Sarti, responsabile marketing della Cavino: “Dagli anni ‘50 ad oggi c’è stata una sorta di evoluzione del consumo di vino da alimento, ad accompagnamento del pasto, a piacere fine a se stesso”. In pratica oggi i giovani bevono il vino soprattutto fuori nei locali con gli amici, prima dei pasti a mo’ di aperitivo, o dopo cena, in rinomate enoteche, mentre ritengono la sua presenza a tavola facoltativa. "In particolare", continua Sarti “si tratta di un consumo più elitario che riguarda i vini doc e docg”. La doc (denominazione di origine controllata) è un marchio che viene attribuito ai vini prodotti in zone delimitate, di solito di piccole e medie dimensioni, con indicazione del loro nome geografico. La docg (denominazione di origine controllata e garantita) è un marchio che viene attribuito ai vini già riconosciuti doc da almeno cinque anni, di particolare pregio qualitativo e di notorietà commerciale, nazionale e internazionale. I produttori di vini a doc e docg devono rispettare una disciplina viticola ed enologica piuttosto severa, nel rispetto di quanto previsto nel relativo disciplinare di produzione. Questi vini devono essere prodotti nel rispetto di alcune regole inerenti le operazioni colturali, le tecniche di vinificazione ed il contenuto alcolico minimo. È previsto, altresì, dopo l’imbottigliamento, l’esame sensoriale condotto da un’apposita commissione. In Italia esistono 336 vini a denominazione di origine, di cui 306 doc e 30 docg per circa 1.400 tipologie di vini nazionali, distinti per colore, vitigno o altra specificazione qualitativa.


Tre domande a Ferdervini: 
  • Quanti sono i produttori di vino in Italia e come sono localizzati?
    I produttori di vino in Italia sono 265.519 e coprono una superficie dichiarata di 546.621 ettari. Localizzati principalmente nel Nord-Est e nel Sud-Adriatico, sia in termini di numerosità (rispettivamente 29% e 21%) che di superficie di raccolta (rispettivamente 28% e 20%).
  • Quanto vino si consuma in Italia?
    Il consumo di vino nazionale si ripartisce quasi equamente tra consumo di vino sfuso ed imbottigliato, rispettivamente per il 51% e il 49%. Il consumo di vino sul mercato interno, partendo dalla produzione dichiarata, secondo la fonte Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), e considerati i flussi in entrata e uscita delle importazioni, esportazioni, prodotti destinati alla distillazione e alla trasformazione ammonta a circa 29 milioni di ettolitri, che corrisponde ad valore di mercato intorno a 7,2 miliardi di Euro. La commercializzazione passa per il 59% attraverso la distribuzione moderna (ed in particolare ipermercati e supermercati, libero servizio e discount), per il 22% attraverso il circuito Ho.re.ca (hotel, ristoranti e catering) e la rimanente parte segue altri circuiti quali grossisti, dettaglio tradizionale e ricevuto in regalo. Per quanto riguarda lo sfuso i circuiti commerciali prevalenti sono quello della vendita diretta presso le cantine e il consumo presso la ristorazione. Per fornire un ordine di grandezza dei flussi di valore generati dalle due principali forme di commercializzazione  possiamo rilevare che il mercato dello sfuso muove un valore di circa 2.6 miliardi di euro, mentre il mercato dell’imbottigliato ammonta a circa 4.6 miliardi di euro.
  • Quanti e come sono dislocati i produttori in Italia di liquori e distillati?
    Le strutture per la produzione di liquori e distillati, rilevate sono complessivamente 863, localizzate prevalentemente nel Nord del Paese, dove si concentra il 62% circa delle unità locali. Analizzando la distribuzione degli impianti per tipo di prodotto e per macroregione emerge la chiara specializzazione del Nord-Est nella produzione di grappa ed acquaviti, con punte di concentrazione produttiva e di forte specializzazione in Trentino Alto Adige. Nel caso dei liquori, oltre al Nord Est, emergono – per la significativa presenza di impianti - l’area del Nord Ovest e quella del Sud Tirreno.


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